Piantedosi: “Almasri espulso perché pericoloso”. Il suo giro in Europa è già un giallo
“Sulla ricostruzione dei fatti che hanno portato all’espulsione del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish” a seguito “della mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, considerato che il cittadino libico era a piede libero in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte Penale Internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del Testo unico in materia di immigrazione. Il provvedimento è stato notificato all’interessato al momento della scarcerazione e, nella serata del 21 gennaio, ha lasciato il territorio nazionale”: le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rispondendo al question time al Senato sul caso del cittadino libico Almasri non mancheranno di infuocare ulteriormente la polemica politica che le opposizioni stanno facendo con il governo, anche per la circostanza di un trasferimento del generale a Tripoli su un volo di stato che poteva essere autorizzato solo da Palazzo Chigi.
Piantedosi non limita i suoi chiarimenti alle competenze del ministero che guida, precisando al riguardo che Almasri è stato “rilasciato” nella serata del 21 gennaio per “poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”.
“Il Governo – aggiunge – ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.
“Il 21 gennaio – ha pure affermato Piantedosi – , la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa”. E, ripercorrendo le fasi precedenti, ha aggiunto che “lo scorso 19 gennaio, il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli uffici della procura generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari”.
Di seguito, ha detto ancora Piantedosi, “il cittadino libico è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale Lorusso e Cotugno e, quindi, messo a disposizione dell’autorità giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello”.
Una vicenda che, polemica italiana a parte, è già un giallo internazionale, con l’Europa dimostratasi “un colabrodo” nonostante il torturatore libico fosse da tempo oggetto dele indagini della Cpi. Il capo della polizia giudiziaria libica ha iniziato il suo viaggio per l’Europa il 6 gennaio, le tappe: Inghilterra, Belgio, Germania, infine Italia. Da Londra a Torino, secondo una ricostruzione fatta dal quotidiano Il Foglio.
Almasri inizia il suo viaggio il 6 gennaio 2025, volando da Tripoli a Londra, facendo scalo all’aeroporto di Roma-Fiumicino. Si trattiene nella capitale britannica per 7 giorni. Il 13 gennaio 2025 infatti da Londra si trasferisce a Bruxelles in treno. Da Bruxelles prosegue per Bonn, in Germania, viaggiando in macchina con un amico. Lì soggiorna per due giorni e assiste a una partita di calcio. Insieme ad alcuni amici noleggia una Mercedes e si dirige verso Monaco. Durante il tragitto, vengono fermati dalla polizia per un controllo presentatosi come di routine: gli agenti li lasciano proseguire. E’ il 16 gennaio 2025.
Arrivati a Monaco, il 18 gennaio cambiano la Mercedes con un’auto più spaziosa per viaggiare verso Torino. Una volta giunti in città, la polizia effettua un ulteriore controllo, verificando tutto senza riscontrare irregolarità e permettendo loro di proseguire. Il motivo principale del viaggio a Torino era assistere a una partita della Juventus. Soltanto sabato 18 gennaio, quindi 12 giorni dopo l’inizio del viaggio di Almasri in giro per l’Europa, la Corte penale internazionale emette il mandato di arresto nei confronti di Almasri per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Particolari che rendono ancora più intricata l’intera vicenda. Non solo la passione per il calcio ha portato Almasri in giro per l’Europa? e chi erano i tre cittadini libici con lui a Torino?
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