Un crac da 2 miliardi e mezzo, in manette in Austria René Benko
La sindaca Cristina Santi arrestata e poi rimessa in libertà in Italia e il magnate tirolese oggi arrestato jin Austria
Un crac miliardario: il magnate immobiliare tirolese René Benko, sotto inchiesta per frode, è stato arrestato in Austria per impedire il rischio che commetta ulteriori reati e manometta le prove. La Procura anticorruzione accusa il 47enne, che è pure all’attenzione della magistratura italiana, di aver occultato i suoi beni personali in relazione al crollo del suo impero commerciale, il Gruppo Signa. Si presume inoltre che abbia nascosto alle autorità, ai curatori fallimentari e ai creditori i beni detenuti in una fondazione. Benko è sotto inchiesta anche in Germania. La Procura austriaca per lui ha recentemente formato un Joint Investigation Team con i procuratori di Berlino e Monaco.
L’imprenditore austriaco aveva costruito un ampio portafoglio con il suo Signa Group, che includeva i grandi magazzini tedeschi KaDeWe e Galeria. L’aumento dei tassi di interesse, dei prezzi dell’energia e dei costi di costruzione ha portato al crollo della complessa struttura aziendale. Secondo l’amministratore fallimentare, le richieste di risarcimento nei confronti di Benko ammontano a circa 2,4 miliardi di euro, equivalenti a circa 2,5 miliardi di dollari.
Benko è anche indagato per presunta frode riguardante i fondi statali assicurati durante la pandemia. L’attenzione è rivolta ai fondi di aiuto per il lussuoso Chalet N nella stazione sciistica austriaca di Lech am Arlberg. L’indagine punta ad accertare se i fondi siano stati utilizzati come sostegno economico durante la pandemia o se siano stati sottratti per altri scopi. Su di lui poi erano state condotte precedenti indagini su presunte frodi creditizie e un caso di tentata corruzione. L’ex miliardario è anche sospettato di aver nascosto illegalmente parti della sua fortuna. L’avvocato di Benko ha negato queste accuse.
Benko si presentò alla polizia di Innsbruck, dove, come riportarono i quotidiani locali, fu ascoltato dagli inquirenti. Ma, interrogato, fu poi rimesso in libertà in attesa di una valutazione, in Austria, riguardo ai reati di cui era accusato in Italia.
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