Attualità

La Cei incoraggia la presenza dei cattolici in politica

di Redazione -


L’idea di un rinnovato ruolo dei cattolici nella politica italiana ed europea sta guadagnando terreno, trovando il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Se il cardinale Matteo Zuppi aveva già espresso simpatia per le recenti iniziative in questa direzione, i vescovi, al termine del Consiglio episcopale permanente, hanno sottolineato l’urgenza di una maggiore presenza dei cristiani nella vita politica. Secondo i vescovi, questa partecipazione deve essere incoraggiata e accompagnata, poiché il Vangelo non è estraneo alla realtà quotidiana, ma profondamente legato alla concretezza della vita. L’ampia partecipazione registrata durante la Settimana Sociale di Trieste lo scorso luglio è un segnale positivo, che spinge a intensificare il coinvolgimento dei cattolici nelle decisioni che riguardano il Paese. Le riunioni tenutesi a Milano e Orvieto sono state accolte con favore dai vescovi, che vedono in queste iniziative un fermento da sostenere. Tuttavia, come precisato dal segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, la Chiesa non intende proporre un progetto politico o partitico specifico, ma accoglie con fiducia le esperienze in corso, auspicandone una crescita numerica. L’obiettivo è creare spazi di dialogo tra cattolici di diverse estrazioni politiche, promuovendo unità nella diversità. Un punto centrale per la Cei è la formazione, soprattutto dei giovani, secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa. Per i vescovi, questa è la chiave per costruire una partecipazione politica consapevole e capace di incidere sulle scelte del Paese. Un tema su cui il mondo cattolico intende far sentire la propria voce è l’autonomia differenziata. Sebbene la Corte Costituzionale abbia dichiarato inammissibile il quesito referendario, sono stati individuati sette punti di emendamento al progetto. La Cei sottolinea l’importanza di garantire il rispetto dei diritti costituzionali e l’accesso a condizioni di vita dignitose su tutto il territorio nazionale, conciliando autonomia e solidarietà. Il desiderio di partecipazione dei cattolici non è un ritorno all’esperienza della Democrazia Cristiana, ma la volontà di contribuire attivamente alla costruzione di una società più giusta e solidale. Per i vescovi, questo fermento è motivo di speranza e un invito a rafforzare il legame tra fede e impegno civile.


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