A Davos chiacchiere e distintivi con Washington sullo sfondo
Al World Economic Forum di Davos, in Svizzera è andato in scena un duello a distanza tra la traballante presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, fresco di giuramento e forte di un ampio consenso elettorale.
Von der Leyen, ripetendo il vecchio mantra, ha dichiarato che la competitività dell’Ue “dipende dal ritorno a prezzi energetici bassi e stabili” e che “l’energia pulita è la risposta a medio termine, perché è economica, crea buoni posti di lavoro in loco e rafforza la nostra indipendenza energetica”. Annunciata anche la presentazione di un nuovo piano a febbraio.
Una direzione diametralmente opposta rispetto a quella della nuova amministrazione Usa. Trump, nel suo primo discorso post insediamento, ha detto che gli Stati Uniti intendono sfruttare appieno gli idrocarburi di cui dispongono per rilanciare l’economia e per esportarli, al grido di “drill, baby, drill”.
La presidente della Commissione europea, nel tentativo di serrare i ranghi, ha avvertito che rompere i “legami” che tengono insieme l’economia globale “non è nell’interesse di nessuno”.
“Le principali economie del mondo, ha affermato l’Ursula dimezzata dall’ascesa delle destre, sono in corsa per l’accesso alle materie prime, alle nuove tecnologie e alle rotte commerciali globali. Dall’intelligenza artificiale alla tecnologia pulita, dalla quantistica allo spazio, dall’Artico al Mar Cinese Meridionale, la corsa è iniziata”.
“A mano a mano che questa competizione si intensifica, ha proseguito la tedesca applicando il solito doppio standard, probabilmente continueremo a vedere un uso frequente di strumenti economici, come sanzioni, controlli sulle esportazioni e dazi, che mirano a salvaguardare la sicurezza economica e nazionale. Ma è importante che bilanciamo l’imperativo fondamentale di salvaguardare la nostra sicurezza a fronte dell’opportunità di innovare e di migliorare la nostra prosperità”.
“L’accordo di Parigi continua ad essere la migliore speranza di tutta l’umanità. L’Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale”, ha continuato a sostenere von der Leyen. Tra Usa e Ue “c’è molto in gioco, per entrambe le parti. Quindi la nostra priorità sarà impegnarci tempestivamente per discutere gli interessi comuni: siamo pronti a negoziare”.
Conclusione in “diplomatichese” stretto: “Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi. Per proteggere i nostri interessi e difendere i nostri valori: questo è lo stile europeo”. Parole vuote che danno il senso e la misura di un vertice “svuotato” a Washington il giorno prima.
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