Esteri

Il presidente Donald Trump rafforza l’uso della pena di morte

di Gianluca Pascutti -


Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha emesso un controverso ordine esecutivo che rafforza l’uso della pena di morte nel Paese, una decisione che sta scatenando un acceso dibattito a livello nazionale e internazionale. L’ordine, firmato subito dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, obbliga il procuratore generale a intraprendere tutte le azioni necessarie per assicurare che gli stati dispongano di scorte adeguate di farmaci per l’iniezione letale, da tempo oggetto di carenze. Questo provvedimento mira a facilitare l’esecuzione delle condanne capitali, rimuovendo ostacoli logistici e legali che negli ultimi anni hanno rallentato l’applicazione della pena capitale in diversi stati. In base al decreto, il Dipartimento di Giustizia non solo è tenuto a richiedere la pena di morte in tutti i casi federali appropriati, ma deve anche collaborare con gli Stati per preservare il ricorso a questa forma di punizione. Particolare attenzione è rivolta ai casi che coinvolgono l’omicidio di agenti delle forze dell’ordine o crimini capitali commessi da individui presenti illegalmente sul suolo statunitense. Il provvedimento va oltre la semplice applicazione delle leggi esistenti. Trump ha incaricato il procuratore generale di cercare attivamente di ribaltare precedenti della Corte Suprema che, secondo l’amministrazione, limitano eccessivamente la capacità dei governi statali e federali di applicare la pena di morte. Questa decisione rappresenta una mossa decisa verso un’espansione del potere esecutivo e giudiziario in materia penale, alimentando timori su possibili violazioni dei diritti umani e sull’indebolimento dei meccanismi di controllo giudiziario. “Il dovere più sacro di un governo è proteggere i suoi cittadini dai crimini più efferati”, ha dichiarato Trump nell’ordine esecutivo, aggiungendo che la sua amministrazione non tollererà alcun tentativo di minare le leggi che autorizzano la pena capitale per i crimini più violenti. Questa retorica ha suscitato reazioni contrastanti: sostenitori della pena di morte hanno applaudito la determinazione del presidente, mentre critici hanno denunciato una deriva autoritaria e una politica punitiva che ignora le questioni etiche e le discrepanze nell’applicazione della giustizia. La decisione ha scosso profondamente l’opinione pubblica mondiale. Organizzazioni per i diritti umani e governi stranieri hanno espresso il loro sconcerto per questa presa di posizione confermando che ci saranno manifestazioni per cercare di contrastare il nuovo esecutivo di Trump.


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