“Muro di ferro”: dopo la “tregua fragile” Israele porta la guerra ad Hamas in Cisgiordania
C’è da chiedersi quanto durerà e che valore effettivo possa avere la “tregua fragile” sottoscritta da Israele ed Hamas e partita domenica scorsa, considerato che la guerra si sposta ora in Cisgiordania, con morti e feriti. “Su indicazione del gabinetto politico-sicurezza, l’Idf, lo Shin Bet e la Polizia di Israele hanno avviato oggi un’operazione militare – denominata Muro di ferro – vasta e significativa per combattere il terrorismo a Jenin. Questo è un ulteriore passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati: rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria (la regione tra Giudea e Galilea, (termine biblico come il precedente per indicare la Cisgiordania, ndr). Agiamo in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque esso estenda le sue mani: a Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen, in Giudea e Samaria. E non finisce qui”. Così il premier Benyamin Netanyahu.
Sotto attacco il campo profughi della città di Jenin. In azione il Mossad (i servizi segreti israeliani) e l’Idf (Forze di Difesa Israeliane) a contrasto di quell’asse iraniano che Israele accusa di assicurare armi a Gaza, Libano, Siria, Yemen e Cisgiordania. Secondo il ministero della Salute dell’Autorità Palestinese già pesante il primo bilancio di questo blitz operato anche attraverso droni, mentre veicoli speciali con le forze speciali arrivavano dal checkpoint di Dotan: 6 morti e 35 feriti tra i palestinesi.
La risposta di Hamas non si è fatta attendere, con la richiesta alla Cisgiordania di una mobilitazione generale: “Invitiamo le masse del nostro popolo in Cisgiordania e la sua gioventù rivoluzionaria a mobilitarsi e a intensificare lo scontro con l’esercito di occupazione, per sventare la vasta aggressione sionista contro la città di Jenin e il suo accampamento”.
La dottrina del “Muro di ferro” fu ideata da uno dei padri della destra revisionista sionista, Ze’ev Jabotinsky, in un saggio del 1923. Oggi, ufficialmente, è la difesa della sicurezza di Israele dagli attacchi missilistici di Hamas o dalle sue incursioni. Nei fatti, un massiccio annientamento di ogni presenza palestinese che punti ad organizzarsi su un territorio.
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