Trump avvia il nuovo ritiro degli Stati Uniti dall’OMS
Il 21 gennaio 2025, appena insediatosi per il suo secondo mandato presidenziale, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per avviare il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La decisione, annunciata durante il suo discorso inaugurale, ha immediatamente sollevato reazioni contrastanti sia a livello nazionale che internazionale.
Trump ha motivato la sua scelta accusando l’OMS di una gestione inefficace di crisi sanitarie globali, inclusa la pandemia di COVID-19, e di essere troppo influenzata da Stati membri come la Cina. “Non possiamo continuare a sostenere un’organizzazione che mette gli interessi di altri Paesi davanti a quelli degli americani”, ha dichiarato il presidente, aggiungendo che i fondi destinati all’OMS saranno invece utilizzati per rafforzare il sistema sanitario statunitense e per creare una nuova rete di cooperazione sanitaria bilaterale con alleati selezionati.
Le conseguenze del ritiro
Il ritiro, che richiede un preavviso di 12 mesi per essere formalizzato, comporterà la cessazione dei finanziamenti statunitensi all’OMS. Gli Stati Uniti, storicamente il principale donatore dell’organizzazione, contribuiscono a circa il 18% del suo budget totale. Questi fondi sono stati fondamentali per programmi globali di vaccinazione, monitoraggio delle epidemie e ricerca medica.
La decisione lascia un vuoto significativo nel finanziamento dell’OMS, alimentando preoccupazioni su come l’organizzazione potrà continuare le sue attività in assenza del sostegno economico americano. Inoltre, alcuni analisti temono che il ritiro possa ridurre l’influenza degli Stati Uniti negli affari sanitari globali, aprendo la strada a Paesi come la Cina per assumere un ruolo più dominante.
Reazioni nazionali e internazionali
A livello interno, la decisione ha suscitato critiche da parte di esperti di salute pubblica, politici democratici e alcuni membri del Partito Repubblicano. “Il ritiro dall’OMS mette a rischio non solo la salute globale, ma anche quella degli americani”, ha affermato il senatore democratico Bernie Sanders. Al contrario, i sostenitori di Trump hanno elogiato la mossa come un atto di sovranità nazionale e un passo verso la riduzione degli sprechi internazionali.
L’OMS, dal canto suo, ha espresso rammarico per la decisione. In una dichiarazione ufficiale, il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sottolineato l’importanza della collaborazione internazionale per affrontare le sfide sanitarie globali. “Speriamo che gli Stati Uniti possano riconsiderare questa scelta, che ha implicazioni profonde per milioni di persone nel mondo”, ha dichiarato.
Un precedente già visto
Non è la prima volta che Donald Trump tenta di ritirare gli Stati Uniti dall’OMS. Già nel 2020, durante la sua prima presidenza, aveva avviato un processo simile, poi revocato dal presidente Joe Biden nel 2021. Questa nuova iniziativa segna un ritorno alla politica di isolamento sanitario globale che aveva caratterizzato la sua precedente amministrazione.
Con questa mossa, Trump ribadisce la sua visione di “America First”, ma le implicazioni per la salute pubblica globale restano incerte. Mentre il mondo attende di vedere come l’OMS e altri Paesi risponderanno, è chiaro che la decisione rappresenta un punto di svolta nelle relazioni internazionali sulla salute.
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