Esteri

Il ritorno di The Donald: “L’età dell’oro inizia adesso”

Donald Trump è tornato ufficialmente alla Casa Bianca con 700mila voti in più rispetto al 2016 e il controllo della Camera dei rappresentanti, del Senato e della Corte suprema. Alla cerimonia che ha segnato l’inizio del mandato del 47esimo presidente degli Stati Uniti, iniziata come prevede la Costituzione alle 12 ora locale a Washington, a Capitol Building, ha assistito anche la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, arrivata la notte rima. La premier, unica destinataria di un invito diretto tra i leader europei, si è ritrovata al cospetto del tycoon per la seconda volta nel giro di pochi giorni dal blitz a Mar a lago, risultato decisivo per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran.

Eccezionalmente, causa freddo, l’inauguration day si è svolto al chiuso, giuramento e parata compresi. A deciderlo è stato lo stesso Trump, come fece nel 1985 Ronald Reagan. Straordinarie le misure di sicurezza predisposte, con barriere di metallo, dissuasori in cemento e cavalli di Frisia a chiudere le strade.

La giornata si è aperta con una messa alla chiesa episcopale di St. John. Alla funzione, oltre al leader repubblicano e alla first lady Melania hanno presenziato il vice presidente eletto JD Vance, la moglie Usha Vance e Giorgia Meloni.

Il presidente eletto ha pronunciato la formula di rito al cospetto del presidente della Corte suprema John Roberts. “Giuro solennemente che sosterrò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e interni”, è l’incipit salutato dall’inno e dalle salve di cannone. Conclusione con il tradizionale “Che Dio mi aiuti”.

Il primo discorso nel neo presidente nel pieno delle sue funzioni è stato denso di contenuti. “L’età dell’oro dell’America inizia proprio ora”, ha esordito nel suo intervento inaugurale, durante il quale ha promesso di “mettere l’America al primo posto”.

“La nostra sovranità sarà reclamata, la nostra sicurezza sarà restaurata, la giustizia sarà di nuovo bilanciata”, le parole usate dal repubblicano, che poi ha promesso: “Sicurezza, giustizia e sovranità torneranno nelle nostre mani”. “Il maligno, violento e ingiusto uso del dipartimento della giustizia come un’arma politica finirà, ha proseguito, e la nostra principale priorità sarà di creare una nazione orgogliosa, prospera e libera”.

Attacco frontale alla gestione Biden: “Il nostro governo affronta oggi una crisi di fiducia. Per molti anni un establishment radicale e corrotto ha estratto potere e ricchezza dai nostri cittadini, i pilastri della nostra società lasciati rotti e mai riparati”.

“Tutto questo cambierà a partire da oggi, velocemente – ha sottolineato Trump – la mia elezione è un mandato per rovesciare in modo completo e totale un orribile tradimento e tutti gli altri tradimenti che sono stati fatti, ridando alla gente la loro fede, il loro benessere, democrazia e libertà”.

Poi ha snocciolato la lista degli ordini esecutivi in procinto di essere firmati: “Oggi dichiarerò l’emergenza energetica nazionale. Drill, baby, drill”. E ancora: “Dichiarerò oggi l’emergenza al confine col Messico e manderò l’esercito”, ha promesso il successore di Biden, annunciando misure drastiche “contro l’invasione dei migranti illegali, tra cui la politica Remain in Mexico”.

Confermato l’impegno ad allentare le normative sulle auto a combustibili fossili e di annullare quelle sui veicoli elettrici. Passaggi duri sul canale di Panama, che ha paventato di riprendersi, sul cambio della denominazione del Golfo del Messico e in Golfo d’America e sulla woke culture.

Colpo di coda di Joe Biden. Il presidente uscente in una nota ha fatto sapere di aver concesso, sul finire del suo mandato, una grazia preventiva all’ex capo di Stato Maggiore, generale Mark Milley, ad Anthony Fauci, ex responsabile della risposta della Casa Bianca al Covid, e allo staff della commissione della Camera che ha indagato sull’assalto al Congresso, per “preservarli” da eventuali azioni penali da parte della nuova amministrazione.