Ai e somari naturali
Lo strumento in sé non è buono o cattivo, è il suo utilizzo a fare la differenza. Prendiamo per esempio l’energia atomica – le bombe sul Giappone sono state sganciate dieci anni prima dell’inaugurazione della prima centrale nucleare. Lo stesso vale per l’intelligenza artificiale, con i dovuti distinguo: in sé è uno strumento tecnologico che potrebbe essere massimamente letale se usato per fare del male. Allo stato attuale, mentre imperversa il dibattito etico e morale su come la ricerca e lo sviluppo dell’AI vadano sottoposti a controlli e paletti (intanto, come abbiamo già scritto, è fonte di enormi guadagni), noi vogliamo lanciare un piccolo allarme di vitale importanza. C’è il rischio concreto che l’utilizzo di ChatGpt da parte degli studenti più svogliati e più furbetti si estenda all’intera categoria, scatenando una sorta di epidemia di cervelli messi in stand-by. Se prima si copiava ai compiti o si rimaneggiavano i Bignami per fare i riassunti e le parafrasi del testo, oggi con ChatGpt si può svolgere il lavoro di studente semplicemente senza pensare. Non stiamo parlando di imbrogliare al compito di matematica utilizzando la calcolatrice o di passare la versione di greco ai più somari – interpellando l’AI nelle vesti di chatbot, di robottino da chat, possiamo porre le domande giuste per non dover svolgere alcun esercizio, di qualunque materia scolastica. Il problema evidente è che così facendo gli studenti raggiungono la sufficienza senza essere sufficientemente preparati. Il problema di fondo è che la scuola dovrebbe insegnare a usare il cervello, lo spirito critico, dovrebbe insegnare a pensare. Con un semplice click invece si fa “pensare” AI al posto nostro, che in una giovane mente che si sta formando è deleterio. Proprio perché la giovane mente così facendo si atrofizza. Sicuramente come strumento didattico l’AI è una frontiera ricchissima di spunti e possibilità, ma nelle mani giuste, quelle dei docenti (a tal proposito, speriamo che gli aspiranti prof d’ora in poi non ottengano la cattedra usando ChatGpt, altrimenti siamo rovinati). Insomma, lungi da noi passare per bacchettoni, reazionari, liberticidi, però forse ChatGpt andrebbe vietata a chi è in età scolastica. Meglio un somaro naturale, che un secchione artificiale.
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