Economia

La Lega tuona contro il Green Deal: “Va rivisto”

di Giovanni Vasso -


Questo Green Deal non s’ha da fare: la Lega a Strasburgo torna a tuonare contro il programma verde della Commissione Europea. E lo fa con l’europarlamentare Anna Maria Cisint che dichiara guerra a Bruxelles partendo dalla questione legata alla crisi dell’automotive: “Ci sono principi che l’Europa impone e disattende, a scapito dei suoi interessi e del sistema produttivo, come ad esempio la neutralità tecnologica: la maggioranza Von der Leyen, nelle politiche per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, ha adottato un approccio che contrasta tale principio, preferendo l’elettrificazione e le batterie cinesi”. “Una posizione -afferma Cisint – ideologica che svantaggia le nostre imprese, favorendo mercati esteri come la Cina, costringendoci a cedere sovranità economica e a legarci a sistemi illiberali”.

Sacrifici che, secondo l’esponente della Lega, non giustificano negli effetti le disposizioni stringenti contenute nel Green Deal: “L’Ue sta sacrificando le proprie aziende per favorire i suoi principali competitor, con conseguenze negative evidenti. L’impatto del nostro continente sulle emissioni globali è solo del 7%, contro oltre il 50% dell’Asia, dove ora deleghiamo la nostra produzione. Scelte drammatiche per cittadini e lavoratori europei che colpiscono filiere produttive come l’automotive, con la perdita di 86.000 posti di lavoro in Italia a causa del bando delle auto a motore endotermico. Se tutte le auto in Italia fossero elettriche, servirebbero 10 milioni di colonnine di ricarica: assurdo”.

Ma i problemi, dalle strade, presto potrebbero riverberarsi anche in mare. Ecco perché: “Nel settore marittimo, l’imposizione dell’Ets penalizza pesantemente le tratte verso l’Alto Adriatico, favorendo economie extraeuropee, come dimostra il risparmio di 300 mila euro di ETS per una nave che fa scalo a Tangeri invece che Gioia Tauro”, afferma Cisint. Che aggiunge: “Anche qui il principio di neutralità tecnologica è disatteso, ignorando tecnologie alternative come i biocarburanti avanzati, eccellenza italiana. Anche il trasporto su gomma è penalizzato dall’Ue, che non considera le diversità territoriali tra Stati membri. La maggioranza sembra favorire interessi esterni, rallentando l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, mancando l’obiettivo ambientale”.

Ragioni che spingono Cisint a dichiarare guerra al piano verde: “Ecco perché la Lega chiede a gran voce da tempo una necessaria e profonda revisione delle normative del Green Deal. L’impianto Ue non sta funzionando: serve un deciso cambio di rotta immediato e radicale, con più concretezza e meno ideologia, a salvaguardia di imprese, posti di lavoro e famiglie”. 


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