Tim, Vivendi non si arrende e annuncia l’impugnazione
NEGOZIO INSEGNA LOGO TIM
Il tribunale di Milano ha rigettato il ricorso presentato da Vivendi contro la vendita della rete Tim al fondo Kkr. Per i giudici della quindicesima sezione civile, i francesi non hanno né l’interesse né la legittimazione ad agire. La decisione dei magistrati di Milano ha avuto immediati effetti poco distante, in Borsa, dove il titolo Tim ha recuperato poco meno del 2 per cento del valore in poche ore (+1,68%): Il gruppo vicino alla famiglia Bolloré (che detiene il 23,4% del capitale di Tim), come si legge nel documento dei giudici, “aveva dedotto, quali vizi di tale delibera, il contrasto con l’oggetto sociale, la violazione della competenza degli amministratori, l’omessa convocazione di assemblea straordinaria, il conflitto di interessi”. Ma “le domande di Vivendi sono state dichiarate inammissibili per difetto di interesse ad agire e difetto di legittimazione ad agire”. Partita finita? Manco per sogno. Già, perché i francesi di Vivendi hanno deciso di non volersi arrendere. E preparano le contromosse. Il gruppo ha fatto sapere di essere pronto a impugnare la sentenza del tribunale e di voler proporre appello contro la decisione dei giudici. Allo stato attuale, però, resta confermata la cessione di Netco, formalizzata a luglio scorso, a un consorzio composto dagli americani di Kkr, dal Mef (che detiene una partecipazione del 16%) e F2i, il Fondo italiano per le infrastrutture (che ne possiede l’11,2%). Si prospetta, dunque, un nuovo round nella vicenda tra Tim, Vivendi e Kkr.
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