VISTO DA – Diamanti di Ozpetek: femminile plurale
«Questo film non è né una commedia, né un dramma. Appartiene al genere della mezza verità, perché mescola elementi di finzione ed elementi reali, la parte per me più difficile da girare». Così Ferzan Ozpetek su “Diamanti”, sua quindicesima prova dietro la macchina da presa (ampiamente riuscita a giudicare dalla risposta del boxoffice che al 9 gennaio lo attesta oltre i 10 milioni di Euro di incasso totale) al cinema con Vision Distribution dallo scorso 19 dicembre.
I più recenti film di Gabriele Muccino mi hanno insegnato quanto sia labile il confine tra “film corale” (definizione che da allora mi provoca un certo sinistro e inspiegabile terrore) ed ammucchiata. Per fortuna Ozpetek, che pure ha voluto temerariamente sfidare la sorte dirigendo ben 18 attrici, si tiene a distanza di sicurezza dalla linea rossa portando a compimento un film magico e travolgente in cui il gruppo non disperde l’individualità, anzi la amplifica («Siamo come le formiche. Da sole non valiamo niente, insieme siamo ogni cosa»).
18 donne, le cui vicissitudini gravitano a vario titolo attorno a una grande sartoria per il cinema, che Ozpetek racconta attingendo all’intero repertorio delle sue “ossessioni”: l’amore (che resiste ai flutti della Storia, come nel precedente Nuovo Olimpo), la morte, il mistero, la malattia, il cibo (Mara Venier torna al cinema nei panni di Silvana, l’anima materna della sartoria che scandisce i tempi della narrazione preparando una grande festa di fine produzione) e la famiglia (di sangue o per scelta, ognuna impegnata nel quotidiano tentativo di sfuggire alla ragnatela dell’infelicità) addentrandosi di tanto in tanto nella riflessione su alcuni dei temi più urgenti della contemporaneità: la violenza di genere (Milena Mancini e Vinicio Marchioni sono una coppia impegnata su questo fronte anche nella vita privata), il disagio giovanile (Paola Minaccioni, la sua Egle Santini di Allacciate le cinture rimane insuperabile, qui interpreta Nina, una madre alle prese con la depressione del figlio adolescente), la miriade di difficoltà a cui le donne (spesso lasciate sole in questa battaglia giornaliera) devono far fronte per trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro (la storia di Paolina, Anna Ferzetti, contiene dei rimandi biografici al vissuto di Ferzan Ozpetek).
“Diamanti”, dedicato a Mariangela Melato (con cui Ferzan avrebbe dovuto girare Magnifica presenza), Virna Lisi (inizialmente opzionata per il ruolo della nonna in Mine Vaganti) e Monica Vitti, si chiude con la voce di Giorgia (vent’anni dopo Gocce di Memoria per La Finestra di fronte), approvata – e ci mancherebbe altro – anche da Mina, da anni “consulente speciale” di Ozpetek: «Di lei» (che al film regala il brano L’amore vero, ndr), ha detto il regista, «mi fido ciecamente. Legge le sceneggiature e i miei libri anche prima dell’editore».
Ma un mistero resta: chi è quell’attrice il cui agente le ha impedito di girare Diamanti per non aver potuto leggere in anteprima la sceneggiatura?
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