Esteri

Arrestata e poi rilasciata Maria Machado, Venezuela a rischio caos

di Redazione -


La leader dell’opposizione venezuelana Maria Machado è stata arrestata ieri a Caracas al termine di una manifestazione contro il presidente Nicolás Maduro, per poi essere rilasciata poche ore dopo. Secondo quanto riferito dal suo partito, Vente Venezuela, la Machado è stata intercettata da agenti armati del regime chavista, che hanno aperto il fuoco contro le moto della sua delegazione. “María Corina è stata violentemente fermata dopo il comizio a Chacao”, ha dichiarato il partito su X. La Machado era uscita dalla clandestinità per partecipare alla manifestazione pacifica nel comune di Chacao, dove aveva cantato l’inno nazionale davanti a circa 700 persone, nonostante la presenza minacciosa di polizia pesantemente armata e di civili chavisti armati. Al termine dell’evento, la sua moto sarebbe caduta dopo che il conducente ha perso il controllo, facilitando l’intervento degli agenti che l’hanno arrestata. La detenzione ha suscitato una reazione immediata dalla comunità internazionale. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, mentre il fermo era ancora in corso, ha chiesto la “liberazione immediata” di Maria Machado, condannando le azioni repressive del regime di Maduro. Anche l’alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, ha espresso profonda preoccupazione per l’intensificarsi delle violazioni dei diritti umani in Venezuela, tra arresti arbitrari e sparizioni forzate di giornalisti e attivisti. La vicenda si inserisce in un clima di forte tensione politica nel paese. Alla vigilia dell’insediamento di Maduro per un controverso terzo mandato, l’opposizione accusa il regime di brogli elettorali nelle presidenziali del 28 luglio 2024, in cui Maduro è stato dichiarato vincitore senza la pubblicazione dei verbali. Il leader chavista, al potere da 11 anni, ha dichiarato che difenderà la sua posizione “a costo della vita”.
Dall’altro lato, l’opposizione sostiene che il vero vincitore delle elezioni sia Edmundo González Urrutia, ex ambasciatore riconosciuto presidente eletto da numerosi Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada e Spagna. González Urrutia, potrebbe giurare come presidente presso un’ambasciata venezuelana all’estero, istituendo un governo provvisorio. Intanto, le piazze del Venezuela continuano a riempirsi. Da un lato, il chavismo cerca di dimostrare il proprio potere; dall’altro, l’opposizione mobilita migliaia di persone, che intonano “Gloria al bravo pueblo” in manifestazioni spesso represse con gas lacrimogeni e violenza. Il Venezuela si trova a un bivio cruciale, tra il rischio di un’escalation autoritaria e la possibilità di una svolta democratica guidata dall’opposizione.


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