Economia

Primo sciopero del 2025. Si fermano i trasporti, metalmeccanici in agitazione

di Cristiana Flaminio -


Siamo a venerdì e torna lo sciopero dei trasporti: treni, bus e aerei si fermano. E intanto i metalmeccanici annunciano, all’esito dell’ultima rottura del tavolo sul rinnovo del contratto collettivo nazionale, che “lo scontro aumenterà”. Per quanto riguarda le ferrovie, l’assemblea nazionale dei lavoratori della manutenzione Infrastruttura Rfi e dai sindacati Cobas Lavoro Privato e Coordinamento Ferrovieri, l’astensione dal lavoro, iniziata ieri sera alle 21, durerà 24 ore. Saranno coinvolti tutti i treni, dall’alta velocità ai regionali e agli intercity. Il trasporto pubblico locale si fermerà, in diverse modalità nelle città, a seguito di uno sciopero di quattro ore indetto dal sindacato Faisa-Confail. Per quanto riguarda gli aerei, invece, i lavoratori di Airport Handling di Linate e Malpensa si asterranno dal lavoro per 24 ore. Iniziativa simile per il personale dei Trasporti Servizi Aerei a Venezia mentre a Pisa non lavoreranno gli iscritti alla Filcams Cgil.

Cinque giorni dopo lo sciopero dei trasporti, il 15 gennaio, toccherà invece i metalmeccanici. Che sono furiosi per “la rottura del confronto” che le parti sociali imputano ai datori di Federmeccanica e Assistal. Michele De Palma, leader Fiom, annuncia un innalzamento dei livelli di scontro: “Noi vogliamo rinnovare il contratto nazionale perché pensiamo sia lo strumento per rilanciare la centralità dell’industria del Paese senza i metalmeccanici non c’è futuro industriale nel nostro Paese. Nel corso di questi anni le imprese hanno fatto profitti; l’80% è finito in redistribuzioni a manager e azionisti e non a lavoratori e investimenti”. De Palma ha aggiunto: “La nostra piattaforma serve per dare dignità al lavoro. Federmeccanica e Assistal vogliono cancellare il modello contrattuale, riportando le lancette dell’orologio al passato. Se continua così lo scontro aumenterà: o sono in grado di riaprire la trattativa sulla base della nostra piattaforma o è evidente che la situazione di stabilità della produzione industriale è una loro responsabilità”.


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