The Donald vuole la Groenlandia sotto il controllo Usa
“Oh Canada!”. Su Truth Donald Trump ha manifestato nuovamente le sue mire espansionistiche, evidenziando anche su questo fronte un cambio di registro rispetto alla sua prima esperienza alla Casa Bianca, datata 2016.
Il presidente eletto degli Stati Uniti ha pubblicato una mappa con la bandiera degli Stati Uniti che copre anche il territorio canadese dopo non aver scongiurato, poche ore prima, l’uso della forza militare e delle misure economiche per portare il canale di Panama e la Groenlandia sotto il controllo degli Usa. “Non posso assicurarlo per nessuna delle due cose”, ha detto il tycoon rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se escludeva “la forza militare o la coercizione economica”.
Immediata la replica su X del primo ministro canadese Justin Trudeau: “Non c’è la minima possibilità che il Canada diventi parte degli Stati Uniti”. “I lavoratori e le comunità di entrambi i nostri Paesi traggono vantaggio dall’essere reciprocamente il più grande partner commerciale e di sicurezza”, ha scritto Trudeau.
Nel botta e risposta si è inserito Elon Musk, rivolgendosi in maniera beffarda al premier dimissionario: “Girl (ragazza), non sei più la governatrice del Canada, quindi ciò che dici non ha importanza”.
Il Canada “non soccomberà alle minacce di Trump”, ha avvertito il ministro degli Esteri canadese Melanie Joly. Secondo il capo della diplomazia canadese, i commenti di Trump dimostrano “una totale mancanza di comprensione della forza del Canada”.
Alta tensione anche con Panama. “La sovranità del nostro Canale non è negoziabile”, ha tagliato corto il ministro degli Esteri panamense, Javier Martinez-Acha. “Le uniche mani che controllano il Canale sono panamensi e continueranno a esserlo”, ha precisato Martinez-Acha in una conferenza stampa, rimarcando che è al servizio dell’umanità e del commercio mondiale. La via d’acqua è stata costruita dagli Stati Uniti all’inizio del Novecento. Successivamente l’amministrazione venne gradualmente trasferita a Panama.
Più complessa è la questione che riguarda la Groenlandia. La lotta per il controllo dell’Artico e delle risorse assumerebbe altri contorni, con Russia e Cina che non potrebbero starsene a guardare. “È chiaro che la sovranità degli Stati va rispettata”, ha affermato Anitta Hipper, portavoce della Commissione Ue per gli affari esteri, durante il briefing giornaliero con la stampa. La clausola di difesa reciproca tra Stati membri “si applicherebbe” a una ipotetica invasione statunitense dell’isola.
“Dal punto di vista giuridico, sì, l’articolo 42.7 del Trattato si applicherebbe alla Groenlandia”, ha spiegato la portavoce capo Paula Pinho, riferendosi alla clausola di difesa reciproca degli Stati membri dell’Ue. “Molte minacce, ha proseguito Pinho, non si sono mai concretizzate, non vediamo la necessità in questo momento di andare oltre a quanto detto”.
Rispetto all’ipotesi paventata da Trump di applicare dazi molto alti alla Danimarca per costringerla a cedere la Groenlandia, anche il portavoce per gli affari commerciali e di sicurezza economica, Olof Gill, ha fatto notare che si tratta di “dichiarazioni piuttosto azzardate, ipotetiche, da parte di un’amministrazione che non è ancora entrata in carica”.
“Dal punto di vista commerciale, sono lieto di ribadire che ci siamo preparati in dettaglio, con un team dedicato, per tutti i potenziali esiti delle elezioni presidenziali americane. La nostra priorità è trovare il maggior numero di vie di cooperazione per i reciproci vantaggi su entrambe le sponde dell’Atlantico, ma siamo pronti a difendere i nostri interessi negli aspetti commerciali e in altri aspetti, se necessario”, ha assicurato il funzionario.
Berlino e Parigi contro Donald Trump. “L’inviolabilità dei confini vale per ogni Paese”. Si è espresso così il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Per Sophie Primas, portavoce del governo francese, è “una forma di imperialismo”. Primas ha fatto addirittura riferimento alla necessità di un riarmo della Francia e dei suoi partner europei.
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