Esteri

Caso Sala, l’Iran nega la ritorsione

di Ernesto Ferrante -


L’arresto di Cecilia Sala a Teheran “non è in alcun modo una ritorsione” per quello del cittadino iraniano, Mohammad Abedini Najafabadi, avvenuto in Italia. Lo ha ribadito la portavoce del governo della Repubblica islamica, Fatemeh Mohajerani, durante un punto stampa. “Ci auguriamo che la questione della giornalista venga risolta rapidamente”, ha aggiunto la Mohajerani.

“Ad oggi non ho depositato altro. Per il futuro vedremo”, ha precisato l’avvocato Alfredo De Francesco, difensore di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti, dopo che dalla Procura generale di Milano è trapelata l’intenzione di confermare il parere negativo, già espresso il 2 gennaio, all’istanza che il legale ha presentato per chiedere gli arresti domiciliari per il suo assistito.

Dopo oltre 2 ore è terminata al Copasir la riunione con il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi. Mantovano ha riferito al comitato di controllo parlamentare dei servizi sul caso Sala.

La vicenda della giornalista è diventato oggetto d’inchiesta per Repubblica islamica dell’Iran. Ad annunciarlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, nel suo aggiornamento settimanale ripreso dall’agenzia di stampa Tasnim.

Cecilia Sala è stata arrestata lo scorso 19 dicembre a Teheran per “violazione delle leggi della Repubblica Islamica, come afferma il comunicato del dipartimento dei media stranieri del ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico”, ha spiegato il portavoce, ricordando che “la comunicazione degli ultimi sviluppi e i dettagli riguardo al caso spetta al portavoce della magistratura”.

A proposito della detenzione di Mohammed Abdedini in Italia, Baghaei ha detto senza mezzi termini: “Consideriamo questa una forma di presa di ostaggio nei confronti dei cittadini iraniani. La loro accusa è infondata. La nostra richiesta è che le relazioni con l’Iran non vengano influenzate dalle volontà di terzi. Abbiamo seguito la questione fin dall’inizio”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani terra giovedì a Roma una riunione del Quint sul Medio Oriente, con particolare riferimento alla situazione in Siria e Iran, alla quale sarà presente anche il segretario di Stato americano Antony Blinken. La notizia è trapelata da fonti della Farnesina dopo che il dipartimento di Stato ha annunciato che Blinken sarà in Italia per accompagnare il presidente Joe Biden nella sua visita nella capitale e in Vaticano.

Secondo il Wall Street Journal, il caso di Cecilia Sala “sta diventando un test per il governo italiano”, che si trova coinvolto nella “guerra ombra” tra l’Iran e gli Stati Uniti.


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