Politica

La battaglia di Zaia per il terzo mandato: “Può succedere tutto”

di Ivano Tolettini -

LUCA ZAIA REGIONE VENETO


Perché un accorto politico come Luca Zaia, che secondo l’ascoltato politologo Paolo Feltrin “può fare tutto, dal ministro al presidente del Coni”, dovrebbe immolarsi sul “terzo mandato” spaccando l’unità del centrodestra, correre con una propria lista, ma giocoforza senza potersi candidare, col rischio di far vincere per la prima volta in Veneto il centrosinistra? Eppure le sue parole di ieri sono inequivocabili, ci spera ancora. Ed è pronto alla battaglia, grazie anche all’assist della cosiddetta “legge De Luca”. Sono giornate tese in vista dell’autunno quando tre Consigli regionali (anche Campania e Puglia) dovranno essere rieletti. E domani il governo Meloni potrebbe dare il via libera al ricorso alla Consulta per azzerare la normativa campana. Che da un lato accoglie l’indirizzo governativo del limite dei due mandati, ma dall’altro la norma è birichina perché cancellando il pregresso, consente al governatore Pd di ripresentarsi per il terzo mandato. La norma però non può essere utilizzato dal leghista perché vi aveva già fatto ricorso dieci anni fa per consentirgli di candidarsi nel 2020, quando il governatore serenissimo già al terzo mandato effettivo, sbaraccò la concorrenza.

Non è pietra tombale”
“Se il governo impugna la legge della Regione Campania sul terzo mandato – spiega ai giornalisti Zaia ieri mattina a Venezia – penso che non sia una pietra tombale. Il motivo è presto detto. Intanto, dovremo capire la Corte costituzionale cosa dice, perché si sono tre opzioni. La prima è che la Corte in maniera minimale affermi che ha ragione il governo e la questione finisce lì. Con la seconda ipotesi, invece, potrebbe dire che De Luca ha ragione perché ha fatto quello che ha fatto Zaia 10 anni fa, dunque si è adeguato 10 anni dopo, ma non sono intercorse nuove norme nel frattempo. Infine, la Consulta apre una sorta di vaso di Pandora sul tema del blocco dei mandati, sulla costituzionalità o meno”. Nei giorni scorsi il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, è intervenuto a gamba tesa sulla legge regionale campana. “Ci sono dei dati oggettivi – sottolinea -. Il centrodestra vince unito. Poi, pur non volendo mostrare atteggiamenti ultimativi, FdI nel Nord-Est è stato di gran lunga il primo partito. Mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome del nuovo governatore” I nomi più accreditati in questo senso sono il senatore Luca De Carlo, segretario regionale di FdI, l’europarlamentare Flavio Tosi per FI e il deputato Alberto Stefani per il Carroccio o il sindaco di Treviso, Mario Conte. Sull’affaire terzo mandato anche il Pd la pensa come il partito della premier, con una confluenza di interessi politici tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein.

CIVICO ED ELEZIONI: quando?
Altra questione è la data delle elezioni. La legislatura scade in ottobre, poiché nel 2020 a causa del Covid si votò in autunno. Da più parti si è proposto lo slittamento in primavera 2026 per un duplice motivo: consentirgli di partecipare all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali Milano Cortina di febbraio 2026 perché Zaia è stato uno dei principali sostenitori e accorpare le regionali alle comunali di primavera. In questa maniera Zaia scadrebbe al sedicesimo anno di attività. Non è già un lungo periodo di governo? «È legittimo che tutti possano avere delle aspettative nel chiedere – prosegue Zaia, che cinque anni fa ottenne un clamoroso 77% – ma ricordo che stiamo parlando di una carica elettiva. E quindi non è che puoi giocare a domino a prescindere, perché comunque la politica decida, ci deve essere sempre una forma di consenso popolare preventivo. Se qualcuno dovesse venire qua e imporci un candidato, magari non particolarmente gradito, è inevitabile che i veneti potrebbero chiedersi cosa sta succedendo. Quanto meno deve esserci l’attenzione doverosa nei confronti dei cittadini”. E ai cronisti che gli chiedono se arrivasse lo stop al terzo mandato che cosa farebbe, risponde: “Mancano ancora dieci mesi, è un’era geologica, in dieci mesi può succedere di tutto. Per questo scioglierò dubbi e curiosità a tempo debito”. Il prof. Feltrin conclude: “Non mi stupirei se il candidato fosse civico, come in Liguria per superare l’impasse”.


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