Attualità

Bollette su e gasdotti chiusi: il 2025 dell’energia

di Giovanni Vasso -


Il 2025 neanche è arrivato e già porta in dote il primo (grande) problema: quello dell’energia e delle bollette. L’Arera, l’autorità di regolamentazione per l’energia, ha già emesso la prima sentenza e cioè che il costo della luce per i clienti vulnerabili in maggior tutela salirà quasi di un quinto, per la precisione del 18,2 per cento. Tuttavia, spiegano gli analisti Arera, “nonostante gli aumenti, la spesa annuale per l’utente tipo vulnerabile in regime di Maggior Tutela si attesterà a 523 euro nel periodo compreso tra il 1° aprile 2024 e il 31 marzo 2025” e “tale valore rimane inferiore del 2,1% rispetto ai 534 euro registrati nel periodo precedente”, quello che va dal 1° aprile 2023 al 31 marzo 2024. La bolletta aumenterà per 3,4 milioni di italiani, quelli che rientrano nella casistica dei clienti vulnerabili ossia gli over 75, i percettori di bonus sociali, i disabili, coloro che usano attrezzature salvavita. Questa notizia, però, è solo una conseguenza. L’Arera riferisce gli aumenti alle fluttuazioni stagionali dei costi del gas e al “perdurare delle situazioni di instabilità geopolitica”. Ecco, il (solito) punto. Dal 1 gennaio il gas russo non arriverà più in Europa attraverso l’Ucraina. Nei giorni scorsi, la Dtek ossia la compagnia energetica privata più grande di Kiev, ha comunicato di aver ricevuto, tramite un gasdotto greco, il primo carico da cento milioni di metri cubi di gnl dagli Stati Uniti. Un fatto che conferma la volontà del governo ucraino di chiudere i rubinetti e non rinnovare l’accordo multimiliardario con i fornitori russi. Per l’Europa, dunque, si profilano tempi duri dal momento che, nonostante i proclami, l’importazione di gnl dalla Russia è proseguita anche nel 2024 raggiungendo il livello record di 16,5 milioni di tonnellate. La situazione attuale degli approvvigionamenti, come riferiscono da tempo le autorità Ue e dei singoli Paesi membri, è eccellente. Ma il problema sarà legato, spiegano gli analisti, ai prezzi delle materie prime che potrebbero subire impennate improvvise. Insomma, il grosso guaio dell’Europa rimane sempre lo stesso. L’energia che non c’è. O, quantomeno, non ce n’è abbastanza. Con buona pace di Donald Trump che adesso potrà vendere tutto il gas Usa che vuole a un’Europa che, dopo essersi appoggiata a ogni ideologia, si ritrova affamata di materie prime senza una strategia valida al punto da meritarsi anche il rimprovero dell’agenzia internazionale dell’energia.


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