Corea del Sud nel caos: secondo impeachment in due settimane
Corea del Sud senza pace: l’assemblea nazionale ha votato il secondo impeachment in pochi giorni. Dopo la sospensione al presidente Yoon Suk-yeol, che aveva tentato di imporre la legge marziale il 3 dicembre scorso e di arrestare i suoi oppositori accusandoli di contiguità al regime di Pyongyang, adesso è toccato al presidente a interim, Han Duck-soo. Quest’ultimo è stato accusato di voler rallentare e di evitare l’indagine speciali sui soggetti ritenuti coinvolti nel golpe bianco di Yoon Suk-yeol. Una volontà che sarebbe stata esplicitata dal rifiuto a nominare tre nuovi giudici alla Corte costituzionale di Seul. Non si tratterebbe di una questione da poco. La Corte Suprema sudcoreana, difatti, si compone da statuto di nove membri e attualmente ne conta solo sei. Potrebbe lo stesso funzionare però, in questa composizione d’emergenza, basterebbe un solo voto contrario per congelare le procedure e ripristinare Yoon alla carica di presidente. Insomma, un bel guazzabuglio. Anche perché chi dovrà sostituire Han, e cioè Choi Sang-mok, oggi ministro alle Finanze, è scettico su quanto sta avvenendo in Assemblea nazionale: “Una mozione di impeachment contro l’autorità in carica non è diversa da una mozione di impeachment contro l’intero gabinetto, la nostra economia e il sostentamento stesso della popolazione camminano sul ghiaccio sottile in un’emergenza nazionale, non possono sopportare l’espansione dell’incertezza politica che circonda l’autorità in carica”. Il People Power Party, inoltre, è determinato a ricorrere contro mozioni e votazioni per far rispettare “la legalità” dei procedimenti. Insomma, non c’è pace in Corea del Sud e gli effetti della guerra incrociata degli impeachment iniziano a vedersi: i mercati sono turbolenti e il won, la valuta locale, è precipitato ai minimi da sedici anni a questa parte.
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