Hot parade
Sale: Romano Floriani Mussolini. Segna Romano Mussolini, scapocciano i compagni di terra, di mare e di web. L’esterno fa gol e manda in visibilio i tifosi della Juve Stabia che, sobillati dallo speaker (come accade in ogni stadio d’Europa), urlano il suo nome facendo scattare il Var dei pol.corr. a caccia di braccia tese in tribuna. A Castellammare di Stabia. E cioé in quella che fu la Stalingrado del Sud, coi suoi cantieri navali, con la Juventus locale tifata dai comunisti e la Libertas sostenuta dai democristiani. Manco le basi del mestiere, per citare Mario Brega un altro che era communista così. E chissà in bocca ai solerti redattori del web antifà cosa sarebbe.
Stabile: le Cheerleaders. Duri ma non durissimi. Per rifarsi una verginità dopo lo scandalo del doping di Stato dei cinesi, la Wada (quella che vuol silurare Sinner per poco più di nulla) ha deciso di inasprire i controlli anti-doping sulle cheerleaders. Saranno sottoposti ad analisi gonnellini e pom-pom, a caccia di brillantini e glitter vietati.
Scende: Richard Gere. Richard Gere, stacce. Non si rassegna l’attore di Hollywood all’assoluzione decretata dal tribunale di Palermo per Matteo Salvini. Eppure il buddismo che va predicando avrebbe dovuto insegnargli il non-attaccamento. E invece lui s’attacca. Non è dato scrivere a cosa. Dopo aver fatto scena muta da Fazio, a La Stampa propina una sequela di rosicate tutte da ridere: “Siamo tutti rifugiati (pure tu, Richard?), se non vediamo la sofferenza dei nostri fratelli0 come razza umana abbiamo fallito”. Om..m’ ‘e niente.
*di Simone Donati
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