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Meloni: Lunedì un vertice sul Piano Albania. Lista Ue Paesi sicuri non prima di marzo

di Angelo Vitale -


“Ho convocato per domani una riunione sul tema dell’Albania per capire come procedere”, Giorgia Meloni ha risposto così ad una domanda al termine del vertice Nord-Sud di Saariselka nella Lapponia finlandese cui ha partecipato su invito del primo ministro finlandese con i premier di Grecia e Svezia e l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Kaja Kallas. Per gestire i flussi migratori “bisogna pensare “out of the box”- ha aggiunto -, l’Italia è stata la prima a stipulare un accordo con un Paese extra Ue, stiamo avendo qualche problema nell’interpretazione delle regole” contenute nel protocollo con l’Albania ma “li stiamo superando. Penso che sia un nuovo modo di affrontare questo problema”.

Oltre alla premier Giorgia Meloni, parteciperanno alla riunione di domani sul protocollo d’intesa con l’Albania il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il ministro degli Esteri Antonio Tajani (in collegamento dall’estero). Presente anche il consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio.

“Le regole del nuovo patto Ue in materia di migrazioni ci aiuteranno di più ad affrontare questo problema – ha proseguito la premier -, devono essere date risposte migliori sulla questione dei rimpatri”. Precisando poi, a chi le chiedeva se la lista europea di Paesi sicuri arriverà entro marzo: “Ci vorrà più tempo”.

E ancora: “Penso che negli ultimi due anni abbiamo lavorato bene nel gestire in modo diverso l’immigrazione illegale, nel non lasciare ai trafficanti la decisione su chi deve entrare e chi no. I nostri confini sono diversi e hanno bisogno di strumenti diversi, quello che succede in Finlandia può avere efficacia ma non può essere replicato nel Mediterraneo”.

Un commento dalla premier Meloni anche sull’esito del processo Open Arms a Palermo e sulle ripetute indiscrezioni circa un possibile ritorno del vicepremier leghista alla guida del ministero dell’Interno: “Mi pare un fatto che l’oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica” ma “oggi sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro del ministro dell’Interno”.


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