LIBERALMENTE CORRETTO – La presunta “crisi climatica”
L’immensa impalcatura, di dimensione mondiale, costruita intorno al c.d. cambiamento climatico – chiamato anche “crisi” dagli osservatori, sempre più numerosi, non particolarmente impensieriti dalla necessità di dare un senso alle parole e mantenere il rigore logico – poggia su una misera congettura, per di più originata da un palese inganno. In verità, il termine “crisi”, che allude alla penuria di qualcosa e, specialmente, di stabilità e indirizzo politico, mal si adatta al supposto “surriscaldamento globale”. E tuttavia questa perfida parola, entrata oggi nel lessico comune, è la più adatta alla suggestione voluta e tenacemente ricercata, giacché induce a pensare che la “crisi”, generata da una “mancanza” di intervento, possa infine essere risolta con l’intervento provvidenziale degli “Stati generali” dell’umanità. COP 29 è lì per questo. In verità pochi sanno che la teoria del global warming è fondata sulle osservazioni “scientifiche” di due illustri studiosi, il cui curriculum accademico è stato ulteriormente lustrato dalla vicenda, nota oltre confine come climategate, quasi del tutto ignorata in Italia. Dalle comunicazioni via mail dei due si evince univocamente e chiaramente che i dati immessi nel Report del 1999 furono “taroccati” per suffragare conclusioni predefinite, assolutamente gratuite. Phil Jones, ingegnere idraulico, direttore del Climatic Research Unit, ammetteva testualmente: “ho appena completato il trucco di Mike su Nature … per nascondere il declino”. Il trucco era diretto a confermare le precedenti conclusioni di Michael Mann (il Mike della mail) sull’attuale presunto caldo “senza precedenti”, i cui precedenti, invece, nel corso dei secoli sono facilmente rinvenibili. Eppure lo studio “taroccato”, il quale enuncia nella migliore delle ipotesi una congettura gratuita, è stato posto a base di tutte le successive implicazioni vestite di “scienza esatta”, all’ONU, EU e dintorni. Oggi l’impalcatura subisce una nuova scossa. La congettura scricchiola ulteriormente perché pare che la Co2 non incida minimamente sul supposto “cambiamento climatico”. L’astrofisica Valentina Zharkova, della Northumbria University di Newcastle, ci dice innanzitutto che il cambiamento climatico è guidato dal Sole e stiamo per entrare in una piccola era glaciale (ben diversa dal global warming). Ma ci dice anche qualcosa di sconvolgente sulla “cattiva” Co2, tanto cattiva che i serricultori la utilizzano per rendere le piante rigogliose e verdi. In realtà nel nostro pianeta abbiamo un deficit di Co2; la concentrazione attuale della Co2 è di 420 ppm, cioè lo 0,042; il contributo antropogenico è del 3%, cosicché l’uomo incide per lo 0,0407% alla concentrazione dell’anidride carbonica nel pianeta, la quale peraltro è deficitaria, come detto. Altro che allevamenti bovini dannosi! E supponiamo pure che le conclusioni tratte dalla Zharkova siano altrettanto gratuite di quelle dei “taroccatori” Phil Jones e Michael Mann. E ammettiamo pure che la credibilità intrinseca delle due tesi, ossia la coerenza puramente tecnico-scientifica, sia equivalente; non possiamo dimenticare che differisce di gran lunga la credibilità estrinseca, di contesto. Una tesi si basa su dati assolutamente opinabili e per di più alterati in virtù di un “trucco” (di cui si ha certezza); l’altra su dati veritieri, sottoposti al controllo della comunità scientifica; una è stata formulata per conto di un munifico committente (Organizzazione Metereologica Mondiale), in grado di offrire vantaggi economici e prebende di vario tipo; l’altra costituisce l’esito di un ricerca disinteressata, non commissionata da alcuno; la prima compiace la narrazione green, in base alla quale si è messo in moto il business gigantesco delle energie rinnovabili, automobili elettriche e quant’altro; la seconda non agevola alcun business; la prima giustifica l’interventismo umano, espresso in atti politici, e dunque compiace il potere politico; la seconda si rassegna alla potenza del Sole, indifferente alla carriera accademica e alle sorti della politica. Quale la più attendibile? Quella non piegata a priori a interessi economici e politici esterni? Oppure quella che costituisce (secondo il prof. Battaglia) “il più grande scandalo scientifico del secolo”?
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