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Migranti, Meloni guida il dibattito Ue verso un nuovo modello per i rimpatri

di Angelo Vitale -


Un Consiglio Ue – il primo a guida del portoghese Antonio Costa – sulla crisi in Siria, il conflitto russo-ucraino e i rapporti con gli Stati Uniti in vista del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, ma centrale per la premier Giorgia Meloni, però, anche se racchiuso in una riunione informale a margine del Consiglio il topic dei fenomeni migratori, le soluzioni innovative da applicare alla gestione della questione, il rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri. Perciò ha promosso, insieme ai primi ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, il vertice tra alcuni degli Stati membri più interessati all’argomento riunendo, oltre a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea e i leader di Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia e Ungheria.

Dalle premesse e dai propositi comuni, un filo diretto di Meloni con von der Leyen. Una delle priorità indicate dalla premier nel suo intervento mercoledì a Palazzo Madama prima di partire per Bruxelles. Un intento ribadito a Edi Rama, incontrato prima del vertice sui Balcani occidentali: “Il protocollo con l’Albania è un metodo molto efficace per combattere la mafia del mare, e quello che vi ho chiesto è di aiutare l’Italia a combattere questa mafia. Noi difendiamo quel modello”. Parole per ribadire che, su questa strada, il governo non arretrerà, ancor più nell’auspicio che una manovra più decisa dell’Europa sull’intera questione dei migranti alla fine condurrà ad un chiarimento anche circa l’interpretazione delle norme negli Stati membri da parte della magistratura: ieri la sentenza della Cassazione che ribadisce la possibilità dei giudici di valutare incidentalmente il grado e la tenuta dei “Paesi sicuri” decisi dalla politica.

E nel vertice la presidente Ursula von der Leyen non si è tirata indietro, illustrando i principali filoni di lavoro indicati nella Lettera sulla migrazione di lunedì 16 dicembre e concentrandosi sulla proposta di un nuovo quadro giuridico in tema di rimpatri che la Commissione intende presentare nei primi mesi del 2025.

Ciò cui tiene a cuore Meloni è fermare il traffico degli esseri umani. Perciò nella riunione, oltre a sostenere la rapida presentazione e finalizzazione della nuova proposta legislativa, si è soffermata sulla rilevanza delle soluzioni innovative nel contrastare la migrazione irregolare, soprattutto per spezzare il “modello di business” dei trafficanti di esseri umani e, allo stesso tempo, consentire di focalizzare gli sforzi di accoglienza europea nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale.

La discussione tra i leader si è concentrata sull’esigenza di disporre di un quadro normativo europeo sempre più chiaro ed efficace ove, in particolare, sia primario il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro per sostenere le soluzioni innovative, a partire dal modello Italia-Albania e dalla possibile creazione di “returns hubs” in Paesi terzi. Palazzo Chigi, negli esiti ufficiali, usa cautela: “Particolare interesse è emerso anche verso il rafforzamento dell’azione europea lungo le rotte migratorie con Unhcr (il Commissariato Onu per i rifugiati, ndr) e Iom (l’organizzazione internazionale per le migrazioni, ndr) in tema di rimpatri volontari assistiti”. Ma è ormai noto che von der Leyen voglia fare presto guardando proprio al modello Albania che l’Italia ha messo in campo, arrivando a definire entro il 2025 una lista Ue di “Paesi designati come sicuri” per mettere la parola fine ad ogni possibile interpretazione ideologica sul diritto d’asilo e sulle procedure di rimpatrio immediato, con il trattenimento limite di 48 ore in caso di diniego.

Un vertice dal taglio operativo, insomma. Guardando alla soglia possibile della fine dei prossimi sei mesi, nel giugno 2025, entro la quale per arrivare a poter far valere una incontestabile lista Ue dei “Paesi sicuri”. Così, davvero, la politica migratoria dell’Europa avrebbe cambiato finalmente passo.


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