Esteri

Ucraina, Zelensky ora è in enorme difficoltà. Resa vicina o tattica?

di Ernesto Ferrante -


Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso le difficoltà in cui si trova il suo esercito nel corso di un’intervista a Le Parisien. I giorni dei proclami trionfalistici sembrano lontani anni luce. L’Ucraina attualmente non dispone di forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea con mezzi militari. “Di fatto, questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”, ha dichiarato Zelensky.

Ad una domanda della testata riguardo alla possibilità che l’Ucraina possa rinunciare “temporaneamente” a dei territori, ha risposto tirando in ballo la carta costituzionale: “Legalmente non possiamo cedere i nostri territori, lo proibisce la Costituzione dell’Ucraina”.

La Russia è pronta ad “esaminare ogni proposta” degli Usa per un contatto con Keith Kellogg, l’inviato del presidente eletto Donald Trump per l’Ucraina, così come per un “ritorno almeno a una qualche normalità nelle relazioni tra Mosca e Washington”. Lo ha fatto sapere il viceministro degli Esteri Serghei Ryabkov, chiarendo però di non avere ancora avuto alcuna informazione sulle iniziative dello stesso Kellogg.

“I programmi e le rotte non sono ancora una questione dell’agenda di oggi o di domani” ha sottolineato Ryabkov, dopo che Bloomberg aveva riportato che l’inviato americano prevede di recarsi nella capitale ucraina il mese prossimo ed è aperto alla possibilità di incontri in Russia se invitato.

Mosca porterà la questione dell’assassinio del generale Igor Kirillov all’attenzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di domani. Ad annunciarlo è stato il ministero degli Esteri russo. Tutte le persone coinvolte, ha assicurato la portavoce Maria Zakharova, verranno rintracciate e punite.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha scritto su Telegram che “tutti i funzionari dei Paesi Nato che hanno preso la decisione di assistere militarmente l’Ucraina devono essere considerati un legittimo obiettivo militare per lo Stato russo”.

Arrestato un cittadino dell’Uzbekistan sospettato di aver commesso l’attentato in cui sono morti ieri il generale e il suo assistente. “Un cittadino dell’Uzbekistan, nato nel 1995, è stato arrestato, sospettato di aver commesso l’attentato costato la vita al generale Igor Kirillov e al suo assistente Ilia Polikarpov”, ha reso noto il Comitato investigativo russo, secondo cui il sospetto avrebbe affermato di essere stato “reclutato dai servizi speciali ucraini”. All’esecutore materiale sarebbero stati promessi 100mila dollari e un trasferimento in un Paese dell’Unione Europea.

“Il responsabile di questo attacco terroristico ha dichiarato di essere stato reclutato dai servizi speciali ucraini. Seguendo le loro istruzioni, è arrivato a Mosca, ha ricevuto un ordigno esplosivo artigianale e lo ha posizionato su un monopattino elettrico che ha parcheggiato all’ingresso dell’abitazione di Kirillov”, hanno fatto sapere gli uomini del servizio di sicurezza federale.

Il sospetto ha anche riferito di aver “preso un’auto a noleggio, di aver installato una telecamera con WiFi all’interno”. E il contenuto della registrazione “è stato trasmesso via Internet agli organizzatori a Dnipro, in Ucraina”. Una volta “ricevuto il segnale video dell’uscita dei militari, l’esplosivo è stato attivato a distanza”. L’uzbeko “rischia l’ergastolo per i crimini commessi” e “saranno individuati gli ufficiali dei servizi speciali ucraini coinvolti nell’organizzazione di questo attacco terroristico e riceveranno la punizione che meritano”.

Per i russi è tutto molto chiaro. “È ovvio chi abbia ordinato l’attacco terroristico” contro il generale Igor Kirillov, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “È di nuovo confermato che il regime di Kiev non evita metodi terroristici”, ha proseguito Peskov, lasciando intendere una dura risposta di tipo militare ai mandanti.


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