Gli “angeli dei pellegrini” per il Giubileo
Il Giubileo è un viaggio, un percorso, che si sviluppa nell’Anno Santo secondo la migliore tradizione cristiana; è un momento forte di fede e di speranza, di fraternità universale e di preghiera, di riflessione e rinnovamento spirituale, per una piena liberazione nel segno degli insegnamenti del Cristo Salvatore. Esso è costituito da una ricerca e da un incontro con Dio, ovviamente percepibile in special modo dagli occhi del credente. Insomma, è un viaggio spirituale e fisico verso la meta; infatti, la caratteristica dell’anno giubilare era, e lo è ancora di più in questa epoca individualistica e secolarizzata, il pellegrinaggio cristiano.
Il termine Giubileo deriva dall’origine ebraica della parola Jobel (in riferimento al corno di montone utilizzato nelle cerimonie sacre). Nel Nuovo testamento, Gesù si presenta come colui che porta a compimento l’antico Giubileo, essendo venuto a “predicare l’anno di grazia del Signore”. Appunto, il camminare insieme per un obiettivo spirituale che è la grazia, ossia il pellegrinare verso e alla ricerca di Dio, il quale nel suo piano d’amore ci conduce alla purificazione ed alla salvezza. Il movimento popolare, di dimensione enormi, si sviluppò in Roma come centro del mondo. Bonifacio VIII, con la bolla Antiquorum habet fida relatio, un documento degno di fede, nel febbraio del 1300, istituisce il primo Anno Santo. E istituisce anche la prima indulgenza giubilare, a partire dal Natale del 1299, quindi retroattivamente; sembrerebbe che a tale Giubileo partecipò anche il sommo poeta Dante Alighieri.
Arrivando all’attuale Giubileo Ordinario, dovrebbe essere già tutto pronto per l’apertura della porta Santa a San Pietro il 24 dicembre prossimo venturo; successivamente, il 26, presso il carcere di Rebibbia per arrivare alla sua chiusura il 6 gennaio 2026. L’imminente Giubileo è stato indetto con la Bolla Spes non confundit (La speranza non delude, Rm 5,5), con la quale il Papa ha indetto l’Anno Giubilare 2025.
L’Arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e promotore di questo Anno Santo, ha dichiarato ai media: “Il mondo vive in un contesto di violenza, in un contesto di guerra”. “La testimonianza della speranza cristiana è una necessità. La Chiesa parla sempre di fede e carità, ma abbiamo dimenticato la speranza. L’Anno giubilare diventa l’occasione, il modo per mettere al centro la Risurrezione di Cristo. Non possiamo dimenticare che la vita della Chiesa è sempre l’annuncio di Cristo morto e risorto”.
In termini organizzativi, invece, sono stati istituiti ed organizzati dei volontari per il Giubileo, con il compito di accogliere i pellegrini stimati almeno intorno ai 1.500, ma nelle giornate picco come il Giubileo dei Giovani di Tor Vergata, potranno salire fino a 6-7.000. Più di 40 associazioni grandi e piccole che si occupano di anziani, disabili, bambini hanno il compito di veicolare tale ingente quantità di fedeli. Nel corso dell’Anno Santo sarà in azione l’esercito dei così detti “angeli dei pellegrini”, riconoscibili dai fratini bianchi con la scritta “Vola in Rete”, che è anche il nome del progetto dei volontari per il Giubileo presentato lo scorso 16 dicembre in Campidoglio. Quindi sarà un Anno Santo ricco di eventi, con fedeli provenienti da ogni continente; tutti convergenti verso un’unica città: Roma. La capitale della Cristianità e la sede apostolica della Cattedra di Pietro. La città è già in fibrillazione; i cantieri stanno terminando gli ultimi collaudi. L’apertura della Porta Santa è imminente: sarà un Giubileo pieno di speranza nell’avvenire e nella riconciliazione. Quindi dopo il Grande Giubileo del 2000 e quello straordinario della misericordia indetto proprio dall’attuale Pontefice, è ora la volta di quello ordinario che parte dalla sera di Natale. Concludiamo proprio con papa Francesco il quale affermò: “La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che lo chiedono con cuore sincero”.
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