Esteri

Siria: i curdi chiedono a Trump di difenderli dalle mire di Erdogan

di Ernesto Ferrante -


Abu Mohammad al-Jolani, il capo della coalizione armata islamista che ha rovesciato il presidente Bashar al-Assad e preso il potere a Damasco, in un’intervista al Times ha assicurato che la Siria “non verrà utilizzata” come base per attacchi contro Israele o qualsiasi altro Stato.

Allo stesso tempo il “jihadista pragmatico”, come lo ha ribattezzato gran parte della stampa occidentale, ha sottolineato che lo Stato ebraico deve porre fine agli attacchi aerei nel Paese e ritirarsi dal territorio occupato nel Golan siriano dopo la caduta di Assad.

In un incontro con i rappresentanti della minoranza drusa, il leader del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) ha anche parlato della necessità di un “contratto sociale” tra lo Stato e tutte le confessioni religiose per garantire la “giustizia sociale”. Poi ha annunciato che le milizie di opposizione saranno sciolte e i loro combattenti “addestrati per unirsi ai ranghi del ministero della Difesa, tutti saranno soggetti alla legge”.

L’ex fondatore del Fronte al-Nusra, il cui vero nome è Ahmed al-Sharaa, ha esortato gli Stati Uniti e le altre nazioni a revocare le sanzioni imposte affinché possa avere inizio la ricostruzione.

Preoccupano i movimenti della Turchia. Ankara e le fazioni alleate stanno rafforzando il dispiegamento di unità al confine con la Siria, lungo 900 chilometri. A confermarlo sono fonti ufficiali statunitensi. I curdi hanno chiesto al presidente eletto degli Usa, Donald Trump, di mantenere la promessa che “gli Stati Uniti non li abbandoneranno”, che “tuteleranno la dignità e la sicurezza di coloro che sono stati alleati fedeli nella battaglia per pace e sicurezza”.

Ilham Ahmed, funzionario dell’amministrazione curdo siriana, ha espresso le sue perplessità direttamente a Trump, che il 20 gennaio torna alla Casa Bianca, spiegando che appare probabile un’operazione militare turca e sollecitando pressioni sul presidente Recep Tayyip Erdogan affinché non invii i suoi soldati.

“Dal confine, ha scritto Ahmed in una missiva al tycoon che il Wall Street Journal è riuscito a visionare, possiamo vedere i turchi che ammassano forze e la nostra popolazione civile vive nel timore costante di morte e distruzione imminente”.


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