White List, Giovanardi torna a processo: si riapre lo scontro Pm-Parlamento
Oggi, a quasi 12 anni dai fatti e nove dall’avviso di garanzia, riprende presso il Tribunale di Modena il processo di primo grado contro l’ex ministro Carlo Giovanardi, accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale e oltraggio a pubblico ufficiale. Al centro della vicenda vi sono le presunte pressioni esercitate da Giovanardi per ottenere la revoca di interdittive antimafia che avevano colpito alcune imprese modenesi, escludendole dalla “white list” e impedendo loro di operare. Il processo riprenderà oggi nonostante le due deliberazioni del Senato, che si è espresso in favore dell’ex senatore. L’ultima decisione, all’unanimità, del 10 dicembre scorso, ha certificato che le attività svolte da Giovanardi rientrano nell’ambito delle opinioni protette dall’articolo 68 della Costituzione, che garantisce ai parlamentari l’immunità per atti e opinioni espressi nell’esercizio delle loro funzioni, impedendo che possano essere chiamati a risponderne penalmente senza previa autorizzazione dell’Aula. Giovanardi, dal canto suo, ha sempre difeso la propria azione. La sua attività, spiega, è consistita nel sollevare il problema nelle sedi istituzionali, attraverso interventi in Aula, in Commissione Antimafia, in Commissione Giustizia e mediante interrogazioni e interpellanze. Tuttavia, l’intero processo è stato costruito su una videoregistrazione realizzata in maniera fraudolenta da uno degli imprenditori coinvolti, rendendo così “illegittimo” il procedimento giudiziario. La vicenda ha suscitato dibattito politico, con il capogruppo di Fi al Senato,Maurizio Gasparri, che ha difeso Giovanardi. “L’attività gratuita svolta a suo tempo da Giovanardi a favore di imprenditori modenesi incensurati, è stata poi ripresa dal Parlamento, che ha imposto per legge di sentire gli imprenditori prima di colpirli con un’interdittiva” ha dichiarato. La decisione del Senato del 10 dicembre apre la strada al giudizio della Consulta, che dovrà stabilire se l’utilizzo delle videoregistrazioni e il procedimento contro Giovanardi siano compatibili con le garanzie costituzionali. Gasparri infine ha criticato la magistratura: “È davvero incredibile che il potere giudiziario voglia continuare un processo per le opinioni espresse in Parlamento, non curandosi delle delibere del Senato e non attendendo la decisione della Corte costituzionale”. Dal canto suo Giovanardi alla vigilia del processo ha dichiarato a L’identità: “Rischiamo di fare un passo indietro di centinaia di anni”. E continua: “C’è da chiedersi se siamo un Paese libero e democratico in cui il parlamento ha le sue prerogative, tra cui la tutela della libertà di opinione, oppure stiamo rischiando di diventare un Paese in cui i Pm sono in grado di paralizzare ogni attività parlamentare sindacando le opinioni espresse in Aula e qualificandole come reati e, in sostanza, abrogando l’art 68 della costituzione”.
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