Attualità

Riforma Meloni-Nordio e linguaggio da anni di piombo

di Francesco Da Riva Grechi -


Il governo di Giorgia Meloni ha portato all’esame dell’aula di Montecitorio la più ambiziosa riforma della giustizia che si sia mai vista. Il potere esecutivo ha quindi svolto il suo compito e adesso la palla è nelle mani del legislatore e quindi della maggioranza di centrodestra che ha sottoposto agli elettori un programma articolato che ha nella giustizia uno dei punti più qualificanti. Se ne è parlato più volte su questa testata ed in questa rubrica e la qualità del disegno di legge che porta la firma di Giorgia Meloni e di Carlo Nordio non è messa in discussione da nessuno. Fintanto che la discussione rimane nella sede sua propria, appunto le aule di Camera e Senato, non ci sarebbe nessun problema per il governo e la sua maggioranza. Il punto è che l’Associazione Nazionale Magistrati ha deciso di alzare barricate giacobine senza alcun limite pur di frenare la riforma ed in genere l’azione del governo e questo non è previsto dalla Costituzione, che per riformare se stessa ha una norma precisa, l’art. 138, che non prevede votazioni del Consiglio Superiore della Magistratura in aggiunta a quelle parlamentari. Ovviamente, la magistratura nella persona di ciascun magistrato nonché del suo ente esponenziale, che è appunto l’ANM, ha tutto il diritto d’interloquire e di proporre miglioramenti e precisazioni, sempre possibili, non tuttavia di agire con una sorta di ostruzionismo extraparlamentare. Eppure il linguaggio di alcuni magistrati è eversivo quanto quello di brigatisti ed estremisti che dell’assalto a Giorgia Meloni fanno una questione degna di una guerra civile e, colti sul fatto con i loro messaggi e le intercettazioni, non sentono neanche il bisogno di rettifiche, smentite o scuse. Estremisti ed alcuni magistrati, speriamo isolati, accomunati dal linguaggio da Piazzale Loreto. Il problema, secondo chi scrive, è che porre nell’obiettivo delle proprie critiche la premier e la sua famiglia utilizzando slogan da anni di piombo non è percepito con alcun disvalore, né nelle Università, né nelle manifestazioni artistiche come concerti o eventi vari, né nelle chat dei magistrati. E tutto questo è infame oltreché assurdo sia perché Giorgia Meloni è una donna, sia perché non è fascista, non è nazista ed è impegnata più di tute le donne d’Italia da alcuni anni alla guida del paese e non negli scontri di piazza a suon di molotov e manganelli. La sua persona e la sua figura di Presidente del Consiglio andrebbero tutelate ben diversamente. Il fatto è che nessuno a destra è abbastanza idiota da fare il ridicolo sforzo di accumunare Elly Schlein alle brigate rosse: sarebbe un’assurdità senza senso.
Eppure da sinistra si continua ad accomunare Giorgia Meloni ad Hitler o stravaganze varie. Non c’è niente da ridere però perché tutta questa massa di insulti e oscenità genera una quantità infinita di odio e violenza e di questo sono e saranno vittime non solo Giorgia Meloni e chi la difende ma anche ogni altra donna ed ogni altro uomo. La mancanza di argomenti della sinistra ci obbliga a vivere immersi nell’odio e nella rabbia, nell’insulto e nella violenza e di questo non c’è nessuna coscienza soprattutto dove ci dovrebbero essere formazione, pensiero e discussione: nelle università e dove ci dovrebbe essere assoluto distacco e imparzialità: nelle organizzazioni di magistrati.


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