Cultura & Spettacolo

Doni natalizi: dalle strenne all’Ospedale delle Bambole

di Angela Arena -


La tradizione dell’Ospedale dell Bambole nel suggestivo quartiere napoletano di Spaccanapoli –

“Il migliore dei tempi” così il poeta Catullo definiva i Saturnalia, antichi riti pagani in onore del dio agricolo Saturno, all’origine di molte tradizioni attualmente associate alla religiosa festa del Natale, abbreviazione di ‘Dies Natalis Christi’, ovvero ‘giorno della nascita di Gesù’, oggetto, nel corso del tempo, di accesi dibattiti, dal momento che i Vangeli non ne farebbero menzione. La scelta del 25 dicembre affonderebbe le sue radici nei culti precristiani celebrati durante il solstizio d’inverno e, più precisamente, dalla tradizione in uso nella Roma imperiale di estendere il rituale, inizialmente limitato ad un singolo giorno, a una settimana, in ossequio al calendario giuliano che collocava il giorno più corto dell’anno al 25 dicembre. Pertanto, i festeggiamenti venivano avviati il 17 dicembre con un sacrificio al tempio, cui facevano seguito sontuosi banchetti in cui si respirava un’atmosfera di gioia e libertà ed in cui, addirittura s’invertivano le rigide gerarchie sociali: i padroni servivano i loro schiavi. Invece di lavorare, i romani trascorrevano il tempo giocando d’azzardo, scuole e tribunali chiudevano e, proprio come oggi, le case venivano decorate con ghirlande, mentre si dismettevano le classiche toghe per vestire con colori più sgargianti. Molto diffuso lo scambio di doni augurali, identificati con il termine latino strenna, tra cui candele di cera per simboleggiare il ritorno della luce dopo il solstizio. Una tradizione quella dei regali natalizi che ha attraversato i secoli bui del medioevo, mantenendosi viva fino ai nostri giorni. Nell’era digitale il Natale ha assunto i connotati di una festa prevalentemente commerciale, dove la magia e la sacralità di scambiarsi un dono, da una bambola a un trenino, è stata svuotata. I giocattoli, ad esempio non andrebbero mai buttati solo perché rotti, ma scrupolosamente preservati, perché eterni custodi della nostra infanzia. È questa la mission perseguita dall’Ospedale della Bambole, un luogo incantato, sospeso tra sogno e realtà, che dalla fine del 1800, a palazzo Marigliano, nel cuore di Spaccanapoli, esercita quest’arte antica, ridando vita ad oggetti preziosi per i nostri bambini che “Come artisti, giocando trasformano la realtà, la reinventano, la rappresentano in modo simbolico, creando un mondo immaginario che riflette sogni a occhi aperti, fantasie, desideri”. Quest’anno, c’è un motivo in più per visitare questa istituzione partenopea: il ricavato dalla vendita di giocattoli riparati sarà destinato all’Associazione Genitori Insieme da anni attiva nel reparto oncologico Pausilipon di Napoli.


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