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Il cartello dei cavi in rame nel mirino Antitrust, calo in borsa per Prysmian e Nexans

di Angelo Vitale -


L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di nove compagnie produttrici di cavi in rame e della stessa Aice, l’associazione che le rappresenta e che è guidata da Marcello Del Brenna, ceo Europe di Prysmian, ipotizzando l’esistenza di un “cartello”, una intesa restrittiva della concorrenza nella produzione e nella vendita dei cavi di rame a bassa tensione. Sotto indagine la Bruno Baldassari, General Cavi, Icel, Irce, Triveneta Cavi, Mondini Cavi, Pecso Cavi, Prysmian Cavi e Sistemi Italia.

Con l’aiuto di Aice – il polo manufatturiero italiano è il primo in Europa -, le nove aziende si sarebbero coordinate allineando, a partire dal 2005, i prezzi dei listini e l’entità del primo sconto da applicare ai distributori. Da fine 2008, poi, avrebbero introdotto, in ambito Aice, un sistema comune per adeguare i prezzi alle variazioni del costo della materia prima rame.

Un procedimento che è stato reso possibile, per l’Antitrust, grazie a una “gola profonda”, perché una delle società nella lente dell’Authority ha presentato una domanda “di clemenza” rivelando l’intesa allo scopo di ricevere in cambio un beneficio sanzionatorio. Già in questi giorni i funzionari dell’Antitrust, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi di queste società, in quelle di due distributori plurimarca di cavi in rame e della Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico, la Fme.

Un’iniziativa che potrà portare a pesanti sanzioni economiche e ad un danno di immagine, oltre che a ripercussioni sul mercato generale del settore. Già ieri calo in Borsa per Prysmian, che ha perso l’1,26% scambiato a 62,64 euro a Piazza Affari, risultando in quel momento il peggiore della giornata. Anche Nexans ha subito un calo a Parigi, perché ha acquisito dieci mesi fa la Triveneta Cavi.


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