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Ruffini lascia l’Agenzia Entrate ma non vuole ruoli in politica

di Giorgio Brescia -


Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini lascia il suo incarico. L’annuncio in una intervista al Corriere della Sera in cui precisa di non avere interesse ad un ruolo in politica che da ieri ha generato una raffica di commenti, e pure critiche, dopo le indiscrezioni che avevano cominciato a circolare su questa sua decisione. “Non scendo in campo – dice, commentando l’ipotesi di un ruolo di “federatore” dell’area centrista dell’opposizione – ma rivendico il diritto di parlare. Ho letto che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere oppure lasciare l’incarico. È stata fatta persino una descrizione caricaturale del ruolo di Direttore dell’Agenzia, come se combattere l’evasione fosse una scelta di parte e addirittura qualcosa di cui vergognarsi”.

“Non condivido – dice ancora Ruffini – il chiacchiericcio che scambia la politica per un gioco di società, le idee per etichette ed il senso civico per una scalata di potere”. Le dimissioni, spiega, “perché è l’unico modo per rimanere me stesso. Io “federatore”? Fatico a pensare che per cambiare le cose bastino i singoli. Per natura tendo più a credere nella forza delle persone che collaborano per un progetto comune. Affidarsi a sedicenti salvatori della Patria non è un buon affare”.

I rumors di ieri, dopo le aspre critiche del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri (“Come libero cittadino, può fare qualsiasi cosa, ci mancherebbe altro. Trovo singolare che rimanga in un incarico così importante un esponente che non è solo dell’alta amministrazione, ma a questo punto anche di un’area politica. Ruffini potrebbe intraprendere il suo percorso politico lasciando l’Agenzia delle Entrate, anche perché non credo che le sue impostazioni e i suoi indirizzi non siano coincidenti con quelli dell’attuale maggioranza”) avevano fatto ringalluzzire l’area centrista dell’opposizione, in questi due anni tramortita da non brillantissimi risultati.

in proposito, cauto Matteo Renzi: “Quest’area di centro che sta nel centrosinistra prende Azione ovviamente. Ma prende anche i riformisti del Pd che poi restano nel Pd magari e poi c’è Ruffini che ha iniziato alla Leopolda, Sala che abbiamo candidato a sindaco, c’è Franco Gabrielli e tantissimi altri nomi. Cosa hanno in comune? Che l’esperienza politica della Leopolda ha segnato un’intera generazione di riformisti, è stato un vivaio. E quindi dico Sala c’è? Bene. Ruffini c’è? Bene. Azione c’è? Bene. Ma non giochiamo a farci del male”.

Entusiasta, per un Ruffini “libero” dall’incarico all’Agenzia, Bruno Tabacci leader del Centro Democratico che però già fa dei distinguo nell’area centrista: “Lo stimo molto, è una personalità solida ed equilibrata, con una grande passione politica che viene da una storia familiare molto impegnata da questo punto di vista. Lui non si è candidato a nulla, ha detto solo che è disponibile a dare una mano. Giusto così: c’è bisogna di persone di qualità in mezzo a tanti chiacchieroni”.


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