Sanremo difende il suo Festival: Rai e Comune pronti alla battaglia legale
Perché Sanremo è Sanremo. E dopo settant’anni di Festival della canzone italiana targato Rai, nell’immaginario collettivo Sanremo non potrà certo diventare Forlimpopoli o Canicattì soltanto perché lo dicono i giudici e l’interpretazione delle leggi sulla concorrenza. La sentenza del Tar, che ha stabilito come dal 2026 la kermesse canora debba essere messa regolarmente a gara, ha scatenato non solo le polemiche del popolo italiano, ma ha aperto la strada della battaglia legale che vede coinvolta la città di Sanremo, sede storica del Festival, e l’azienda del servizio pubblico, convita di poter vantare i diritti di quello che ormai è un marchio consolidato, se non altro per consuetudine. Mentre la Rai sta valutando le azioni legali da mettere in campo per evitare che il Festival della canzone italiana finisca sulle altre reti televisive in grado di concorrere in un’eventuale gara d’appalto, il Comune di Sanremo, ieri, ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato, avverso la sentenza del Tar della Liguria. La decisione è stata presa dalla Giunta della Città dei Fiori, dopo la riunione dei giorni scorsi alla presenza degli avvocati. E ora lo studio legale Bonura, cui il Comune ha affidato l’incarico, sta ultimando l’appello, che verrà depositato nei prossimi giorni. “Dopo aver analizzato la pratica e approfondito i possibili sviluppi futuri”, ha spiegato il sindaco Alessandro Mager, “alla luce del pronunciamento del Tar, abbiamo assunto la decisione di ricorrere al Consiglio di Stato per continuare a tutelare il Comune in tutte le sedi”. Intanto, “in ottemperanza alla sentenza e a prescindere dall’esito che avrà il ricorso al Consiglio di Stato”, ha precisato il primo cittadino di Sanremo, “ci siamo attivati immediatamente per predisporre la manifestazione di interesse. Oggi (ieri, ndr), infatti, è stata costituita un’unità operativa per la ’Concessione dell’uso in esclusiva del marchio Festival della Canzone Italiana’ inerente allo svolgimento del Festival a partire dall’anno 2026”. Insomma, il Festival di Sanremo è un brand garantito da oltre settant’anni di utilizzo, e non si tocca. Che se Forlimpopoli o Canicattì hanno lo stesso diritto di Sanremo a concorrere con una kermesse musicale, se ne organizzino una propria, la mandino in onda su La7 e ne facciano un evento internazionale per settant’anni. Lasciando Sanremo come gli italiani vogliono che resti. E come il Comune intende fare, grazie al lavoro dell’unità operativa. “Questo organismo, realizzato dal segretario generale Monica Di Marco”, ha aggiunto il sindaco, “è composto anche dai dirigenti del turismo e dei servizi finanziari, dai funzionari dell’ufficio gare e contratti, dall’avvocatura comunale e dal capo di gabinetto. Questa Unità Operativa risponderà alle direttive del sindaco e dell’assessore al turismo”, aggiunge il primo cittadino della città ligure.
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