La “fabbrica dei bambini”: l’asse con il Veneto/2
La seconda parte di questa nuova puntata sulla “fabbrica dei bambini” riparte da Pedras Grandes, il comune dello Stato di Santa Catarina in Brasile che nel 2023 sigla un “patto di amicizia” con il Comune di Belluno rappresentato dal sindaco Oscar de Pellegrin. Per gli accordi e, successivamente, per le “missioni” nel piccolo ma, evidentemente, strategico comune di Pedras Grandes da parte dei bellunesi, si fanno parte attiva, per l’associazione dei bellunesi nel mondo il suo presidente Oscar De Bona (già presidente della Provincia di Belluno, divenuto poi anche presidente dell’Unaie, Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati) e, per il Comune di Belluno, il consigliere comunale Roberto Ferro. Agli incontri con De Bona e Ferro ci sarà non solo il sindaco (prefeito) di Pedras Grandes, Agnaldo Filippi, ma gran parte dell’intera comunità locale ed anche rappresentanti della micro-regione di Tubarão in Santa Catarina.
L’evento riceve, da parte brasiliana, nel piccolo comune riuscito a siglare un accordo addirittura con il capoluogo dolomitico veneto, la massima rilevanza istituzionale e suscita la volontà di “integrarsi” a più livelli, imprenditoriali ma anche sociali: se ne percepisce questo intento in tutte le testimonianza video. Non è dato sapere se all’evento abbiano partecipato o assistito anche le Paes con qualcuna delle loro “serve” dell’associazione con sede a Pedras Grandes o proprio la “Matriarca” uscita dalla “Casa” in cerca di nuove opportunità “transnazionali” o almeno qualcuno di una famiglia del paese che ha avuto la “sincerità” di definire gli italiani “capre” da “mungere” dopo essere stati ingannati, forse la nostra reale considerazione da parte di più di qualcuno.
In Italia, dal Brasile arriverà il segretario al turismo di Pedras Grandes, Julio Cancellier, accompagnato da un gran numero di persone, se rapportato alla dimensione del paesino brasiliano.
Si è qui così annullata quella “distanza” che qualcuno, non si rileva quanto in buona fede dopo quelle “anomalie di cancelleria” in Italia sulle quali ritorneremo, pretendeva potesse esistere dagli abitanti dei luoghi delle vicende denunciate circa la “fabbrica dei bambini”. La rivoluzione è copernicana: non più “storie lontane” dal nostro Paese ma persone, potenzialmente informate sui fatti, nel nostro Paese.
In quella occasione, in un noto ristorante di Belluno e ai microfoni di Telebelluno, il consigliere Roberto Ferro toccherà un punto che appare di grande interesse per questa inchiesta. Soprattutto per l’individuazione e la localizzazione di un’iniziativa specificamente indirizzata al mondo minorile: l’aiuto ad una associazione che si occuperebbe di adozioni a distanza, definita “Vita”. Un’associazione che si troverebbe a Criciuma, lo stesso comune dell’abitazione di Mae Izabel de Oxum – al secolo “Isabel Lima”-, di Gislane Americo Paes e Dalva Paes.
Poi il consigliere Roberto Ferro, manifestandosi profondo conoscitore di quelle realtà di “oriundi veneti”, parlerà di un evento che si sarebbe tenuto al teatro comunale di Belluno ad opera di alcuni ragazzi del “Bairro da Joventude” di Padre Vincenzo Lumetta, un’associazione umanitaria, sempre con sede a Criciuma, che toglierebbe “dalle strade oltre 1600 bambini”.
Appare inverosimile che una struttura “storica”, di dimensioni spropositate se considerata in rapporto alla relativamente piccola cittadina di Criciuma e operante nell’area dell’assistenza ai minori, non si sia minimamente interessata a sostenere la ricerca della verità stimolata sul posto dall’indagine investigativa dell’avvocato Edson Ribeiro per accertare il ruolo di persone che operano in un ambito affine, quello dei minori, ma con finalità rivelatesi tutt’altro che filantropiche.
A questo punto vanno ricordati i molteplici casi di anomalie sulle emissioni “massive” di passaporti italiani “per discendenza”, già oggetto delle pubbliche denunce del sindaco di Val di Zoldo in Veneto riferite, frequentemente, proprio al Sud del Brasile, nonché la denuncia da parte di Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco Veneto e presidente della Provincia di Treviso, riguardo a frodi nelle domande di cittadinanza italiana.
Notizie trasmesse e rapportate alla console generale italiana a Curitiba, Eugenia Tiziana Berti. E’ questa la rappresentante diplomatica che i nostri articoli hanno incrociato quando dichiarava, dinanzi al nutrito pool di avvocati italiani e brasiliani di Nunzio Bevilacqua, l’impossibilità del consolato a fare o consigliare alcunché, tranne la possibilità di indicare all’avvocato italiano, qualora avesse voluto, l’ingaggio di un ennesimo legale da scegliere tra quelli accreditati con il consolato. Apparato consolare che è competente anche per lo Stato di Santa Catarina, lo stesso che emise il passaporto di Barbara Zandomenico Perito, poi consegnato materialmente all’italo-brasiliana presso il consolato onorario a Florianopolis, retto allora dal console Attilio Colitti.
Sull’intera vicenda l’avvocato italiano Bevilacqua rileva solo un generico impegno ad “interessarsene” da parte della Farnesina con il suo sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, formalmente da lui edotto sui fatti e sui rischi di incolumità personale che temeva di correre in ragione anche di una specifica ed esplicata documentazione in suo possesso.
Silli, in quella circostanza, si manifestò personalmente non a conoscenza di specifiche questioni brasiliane (né dal lato istituzionale brasiliano, né su quello della società civile italiana collegata a quella di Santa Catarina), dopo aver riconosciuto l’impossibilità a fare alcunché da parte del consolato generale di Curitiba e, addirittura, da parte dell’ambasciata a Brasilia, per il timore di generare sul posto “ingerenze”.
Ma davvero l’assistenza diplomatica, in caso di gravi anomalie nel rispetto dei diritti primari, richiesta da un cittadino all’estero, può definirsi una “ingerenza”? Una risposta affermativa, si può dire bene, abbandona i nostri connazionali a subire “gravi storture” di ogni genere in qualsiasi Stato.
Un timore che sembra prefigurare un ruolo delle nostre rappresentanze diplomatiche all’estero, sostenute con le tasse dei cittadini contribuenti, come soltanto deputato ad affiancare le missioni commerciali degli imprenditori italiani. Un timore accompagnato dal proposito di una missione “indefinitamente” futura per interessarsi ad una emergenza attuale – di connazionali – compreso Bevilacqua – e di bambini, che sarebbe invece pure potuta precipitare in più pericolosi frangenti.
In proposito, come si sarebbe potuto fare, non fu interessato su quanto avveniva in Brasile l’ambasciatore di quel Paese a Roma, Renato Mosca de Souza, che ha sostituito il precedente e conosciuto Helio Ramos.
E nemmeno, come spesso accade per comprendere le particolari dinamiche interne di un Paese, fu interpellato qualche rappresentante della società civile, per esempio il presidente Oscar De Bona con la Associazione dei Bellunesi molto connessi a Santa Catarina e addirittura nell’epicentro dei fatti, tra Pedras Grandes e Criciuma.
In questa storia, al dire si è sempre sovrapposto un freno – da più parti – al fare. Lo rivela indirettamente anche un particolare appreso in questi giorni. A fronte della vicenda in cui è incappato l’avvocato Bevilacqua e degli ampi risvolti mediatici che ha prodotto in Italia, con l’interessamento anche dei canali televisivi del servizio pubblico Rai (tra cui “Storie italiane”, “I fatti vostri”), sui canali social rimbalza il ringraziamento da parte del sindaco di Pedras Grandes, Agnaldo Filippi, ad una troupe Rai della trasmissione “Presa diretta” (ideata e condotta da Riccardo Iacona) guidata dalla giornalista Francesca Nava (autrice del libro-inchiesta sul Covid “Le verità negate”, quelle che in gran numero appaiono anche nella vicenda della “fabbrica dei bambini”, ndr) per avere organizzato una missione internazionale in Brasile per parlare delle bellezze del borgo e dei suoi legami con l’Italia.
Un servizio non ancora andato in onda e che non possiamo quindi commentare. Una trasmissione del servizio pubblico divenuta di successo per la sua capacità di inchiesta che invia, a spese dei contribuenti del canone, una troupe in luoghi ove si sono svolte vicende per nulla chiarite e trattate nei mesi scorsi dalla stessa Rai dopo le denunce di un nostro connazionale, avrebbe forse potuto cogliere l’occasione per approfondire sul posto questa storia, anche con l’ausilio e la collaborazione del sindaco Agnaldo Filippi. Ci auguriamo che ciò sia successo.
La storia della “fabbrica dei bambini” continua.
Torna alle notizie in home