Il demografo Rosina: “Popolazione italiana estinta in due secoli”
L’andamento demografico è la vera emergenza nazionale. La popolazione invecchia e il tasso di figli per donna continua a diminuire: siamo a 1,2. Con questo tasso di natalità, tra le più basse al mondo, la popolazione italiana è destinata a sparire dalla faccia della terra nel giro di due secoli. A ribadirlo è il demografo Alessandro Rosina, ordinario all’Università Cattolica di Milano agli Stati Generali Terza Età, che si sono svolti nel fine settimana a Vicenza, organizzati dall’Istituto sociale Nicolò Rezzara, dall’Unione delle Rsa del Veneto e dall’Università degli adulti e anziani di Vicenza, col patrocinio dell’Anci nazionale, di quella veneta e del Comune di Vicenza. I numeri della decrescita demografica italiana sono fin troppo noti. Ma il persistente calo delle nascite che farà arretrare la popolazione a fine 2024 abbondantemente sotto i 58 milioni di residenti, secondo ormai un trend inarrestabile, avrà a breve termine pesanti ripercussioni anche nel mondo del lavoro per la mancanza di manodopera. Al Nord in città come Padova e Vicenza si registra l’istituzione delle pluriclassi alle Primarie per evitare la chiusura delle scuole. “Andiamo verso un cambiamento epocale – spiega il prof. Rosina, tra le menti più brillanti della demografia italiana, autore con Roberto Impicciatore della “Storia demografica d’Italia” pubblicata per Carrocci editore – che richiederà nuove tratiettorie per come intendiamo il nostro modello di sviluppo su basi completamente diverse da come le abbiamo intese nel passato e richiedono strumenti nuovi”. Il governo Meloni ha impresso, rispetto al passato, un cambio di passo su questo fronte, ma c’è urgenza di fare di più perché la tendenza è inesorabile. “Vedete – aggiunge Rosina – dobbiamo proprio interpretare in modo nuovo questo cambiamento demografico che risulta incredibile con ripercussioni sociali che nel corso del tempo saranno pesanti e inesorabili”. Rispondendo alle sollecitazioni del condirettore del Giornale di Vicenza, Luca Ancetti, Rosina a proposito dell’inverno demografico che il nostro Paese vive da un decennio, da quando la popolazione ha cominciato a diminuire per l’andamento negativo del saldo naturale, ha detto papale gelando il folto uditorio: “Poiché l’Italia da quarant’anni è al di sotto della media di 1,5 nati per donna, ed anzi negli ultimi anni siamo a 1,26, mantenendo questo trend che appare irreversibile anche in presenza di migrazione, la popolazione andrà progressivamente a diminuire e in una prospettiva abbastanza lontana, diciamo nell’arco di due secoli, siamo destinati all’estinzione. Del resto le coorti delle donne fertili stanno progressivamente diminuendo e questo spiega perché la traiettoria demografica è inesorabile. I numeri non sbagliano”. L’età media della popolazione italiana nel 2024 è salita a 46,6 anni, mentre vent’anni fa era di 42,3 anni. “Il numero medico di figli che consente di avere un rapporto adeguato tra generazioni è 2 – analizza il prof. Rosina – perché vuol dire che a 2 genitori cirrispondono altrettanti figli. Siccome viviamo più a lungo, con due figli arriviamo a sostituire la generazione dei genitori, ma con un tasso di 1,2 capite bene che questo equilibrio non solo salta, ma la prospettiva di estinzione nel lungo periodo degli italiani è inevitabili se non si inverte il trend con adeguate politiche sociali”. Politiche sociali che dev’essere la politica a sfoderare per invertire una marcia che è drammatica. È la più grande emergenza nazionale, cui fa da contraltare quella dell’invecchiamento della popolazione. “Una delle novità epocali per l’Italia degli anni Dieci del Terzo millennio – afferma il demografo – è stata l’entrata della popolazione in fase di declino. Mantenendo questi livelli di natalità abbiamo stimato che in duecento anni gli italiani saranno estinti. È evidente che la crisi demografica e la denatalità interessano l’intero Paese, incluse le aree economicamente più sviluppate del Nord, per questo bisogna almeno cercare di invertire una traiettoria che pregiudica il futuro del Paese”. Per questo motivo di recente è stata presentata l’iniziativa Fondazione Magna Carta, e i suoi partner Wellmakers by BNP Paribas, Jointly e Acea, aziende leader nel welfare aziendale e nel wellbeing, hanno istituito l’Osservatorio sulla crisi demografica. Soltanto tramite un’azione congiunta ai massimi livelli, con i governi che si succederanno che dovranno mettersi di buzzo buono, sarà possibile affrontare con efficacia il declino demografico. L’alternativa è la disfatta epocale dell’estinizione dell’Italia.
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