Damasco in mano ai jihadisti, per Trump Putin non ha più interesse a difendere Assad
Damasco è in mano ai ribelli jihadisti entrati nella notte in città, neanche dieci giorni dopo l’inizio di un’offensiva inarrestabile nel corso della quale hanno preso il controllo di Aleppo, Hama e Homs. Bashar al Assad, presidente da 24 anni, ha lasciato il Paese per una destinazione sconosciuta, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, citando ufficiali dell’esercito siriano. “Il tiranno è scappato” e Damasco “è liberata”, hanno annunciato gli insorti: “Questo è il momento che sfollati e detenuti aspettavano da tempo, il momento del ritorno a casa e il momento della libertà dopo decenni di oppressione e sofferenze”.
Dopo l’ingresso dei ribelli jihadisti nella capitale, centinaia di persone sono scese in piazza a festeggiare la caduta del regime degli Assad al potere da 53 anni. Il premier Mohammed al-Jalali ha intanto fatto sapere di essere pronto a cooperare nel passaggio dei poteri. In un posto sui social ha scritto: “Crediamo che la Siria sia di tutti i siriani, che sia il Paese di tutti i suoi figli e che questo Paese possa essere uno Stato normale che costruisce buone relazioni con i suoi vicini e con il mondo senza entrare in alleanze e blocchi regionali”.
Di seguito, i ribelli jihadisti sono entrati nel palazzo presidenziale di Damasco al grido di “Dio è il più grande”. Circolano video sui social che mostrano le immagini degli insorti all’interno del cortile del palazzo di Bashar al Assad, fuggito nella notte verso una destinazione sconosciuta. I ribelli sarebbero entrati nel palazzo, situato nel distretto di Mezzeh, senza incontrare alcuna resistenza.
2Bashar al Assad “è fuggito” dalla Siria dopo aver perso il sostegno della Russia”, il commento di Donald Trump in un post su Truth social, poche ore dopo l’ingresso dei ribelli jihadisti a Damasco. “Assad non c’è più. È fuggito dal suo Paese. Il suo protettore, la Russia, la Russia, la Russia, guidata da Vladimir Putin, non era più interessata a proteggerlo. Non c’era alcun motivo per cui la Russia restasse lì” sostiene il presidente eletto degli Stati Uniti, sottolineando che Mosca “ha perso ogni interesse per la Siria a causa dell’Ucraina, dove quasi 600mila soldati russi sono stati feriti o uccisi, in una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che potrebbe andare avanti all’infinito”. Nel post, Trump afferma poi che “Russia e Iran si trovano in questo momento in uno stato di debolezza, l’una a causa dell’Ucraina e dell’economia che va male, l’altro a causa di Israele e dei suoi successi nella guerra”.
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