Esteri

Il discorso di Macron: “Niente dimissioni, avanti fino alla fine”

di Giovanni Vasso -


Emmanuel Macron resterà “fino alla fine”: non solo non darà le dimissioni ma promette battaglia al “fronte anti-repubblicano” che unisce (contro di lui…) “l’estrema destra e l’estrema sinistra”. Il presidente francese ha parlato ieri sera alla nazione dopo la caduta, a distanza di nemmeno due mesi, del governo di Michel Barnier. Un crollo rovinoso, l’ennesimo, che testimonia l’ingovernabilità di un Paese che rischia grosso e sente franare il terreno sotto i piedi. Macron, però, va avanti come un bulldozer. Nonostante lui abbia parecchie responsabilità politiche a causa della prova di forza (fallita) consistita nello scioglimento anticipato del parlamento e nell’indizione delle elezioni da cui è uscito un quadro più frastagliato delle coste del Finistèrre. La colpa, per Macron, è degli altri. Di Mélénchon e Le Pen, che gli fanno opposizione e che “hanno scelto il caos, il disordine, in Parlamento per disfare non per fare”. Ma, soprattutto, ce l’ha coi socialisti che, in un estremo tentativo di recuperare almeno un briciolo di centralità politica hanno voltato le spalle ai progetti Barnier: “Le forze che ancora ieri governavano la Francia hanno deciso di aiutare” le forze del caos. Per Macron la defezione dei socialisti è una coltellata alla schiena dal momento che, proprio su (ciò che resta) della sinistra europea, il presidente francese avrebbe voluto costruire un modello politico “semaforico” per governare a Bruxelles e ovunque nel Vecchio Continente. Un’opzione che, adesso, va in archivio.

Per Macron l’ultima carta si chiama Pierre Bayrou. Il centrista di Francia, in un Paese già polarizzato prima e ancora di più oggi. “Nei prossimi giorni”, promette il presidente, sarà nominato un nuovo premier. Che sarà incaricato di “formare un governo di interesse generale, che rappresenti tutte le forze politiche che possano parteciparvi o che quantomeno si impegni a non censurarlo”. Il sogno di ritrovare un’opposizione costruttiva che quasi stava riuscendo a Barnier con il Rn di Le Pen. “La priorità sarà il bilancio”, ha affermato Macron. Che ha il compito, durissimo, di far capire ai francesi che lo Stato transalpino è sotto la mannaia del Patto di Stabilità e che adesso quelli che apparivano diritti acquisiti son diventati dei lussi. Macron va avanti e non pensa neanche a rassegnare le dimissioni, come chiesto dalle opposizioni. Lo scontro prosegue.


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