Andava in Siria per unirsi all’Isis: 19enne fermata a Orio al Serio
epa07627144 Kashmiri Muslim demonstrators take part in a protest in downtown area of Srinagar, the summer capital of Indian Kashmir, 05 June 2019. Police fired tear gas canisters and pellets to disperse Kashmiri Muslim protesters, who assembled after the culmination of Eid al-Fitr congregational prayers and hurled stones at Indian police in protest against the Indian government. In picture at left is seen what to appear a flag associated with the so-called Islamic State (IS or ISIS). EPA/FAROOQ KHAN
Una giovane 19enne, originaria del Kenya e residente nella provincia di Milano, è stata arrestata all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto in Siria con l’intenzione di unirsi all’Isis. La ragazza è accusata di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale. Bloccata il 30 novembre scorso, il suo fermo è stato convalidato ieri dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Gli investigatori hanno ricostruito che la decisione di partire è maturata al termine di un “processo di radicalizzazione” ideologico-religiosa, documentato da un’indagine avviata a ottobre. Tale indagine è stata condotta dalla Digos di Milano (Sezione Antiterrorismo Internazionale) e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, grazie al monitoraggio continuo degli ambienti online legati al jihadismo radicale.
Secondo gli inquirenti, la giovane aveva creato un profilo social su una piattaforma di condivisione video, dove pubblicava contenuti di propaganda dal carattere estremista, sempre più frequenti. In questi video inneggianti all’Isis, appariva una donna con il niqab, poi identificata proprio nella 19enne kenyota.
La ragazza, che in passato era stata accolta in una comunità di recupero ed era cresciuta in un contesto familiare difficile, aveva accelerato il suo percorso di radicalizzazione negli ultimi tempi. Stava progettando di raggiungere la Turchia per poi trasferirsi in aree controllate da gruppi jihadisti. Le indagini hanno rivelato che era in contatto con numeri di telefono situati in Medio Oriente, collegati a persone che avrebbero facilitato il suo arrivo in Siria. Aveva anche tentato ripetutamente di mettersi in contatto con le ambasciate turche in Italia e, nei giorni precedenti al suo fermo, aveva consultato più volte siti per l’acquisto di voli verso la Turchia.
Il 29 novembre è riuscita a comprare un biglietto di sola andata da Orio al Serio per Istanbul, ma è stata fermata il giorno seguente dopo il check-in, quando si stava preparando per l’imbarco. Le verifiche effettuate sul suo telefono hanno confermato che si faceva chiamare “muhajirat” (“la migrante”) e che aveva mostrato interesse per l’utilizzo di armi da fuoco. Inoltre, era in contatto con un uomo in Turchia che l’attendeva all’arrivo.
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