Economia

Ocse taglia le stime di crescita per l’Italia

di Cristiana Flaminio -


L’Ocse taglia le stime di crescita per l’Italia che resta afflitta dai soliti problemi strutturali. A cui si affiancano i rischi globali per l’economia che, ormai, abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene: guerre e dazi. Secondo l’organizzazione per la cooperazione internazionale, il Pil nazionale crescerà solo di mezzo punto percentuale quest’anno. Ma non è tutto. Ci si attende, dalle parti dell’Ocse, una crescita modesta anche per l’anno venturo quando non raggiungerà un punto intero percentuale fermandosi allo 0,9 per cento. Le stime precedenti erano più alte e ritenevano l’Italia in crescita dello 0,8 per cento nel 2024 e dell’1,1% nel 2025. Almeno c’è una buona notizia e riguarda il 2026 quando il prodotto interno lordo italiano salirà dell’1,2 per cento. Tuttavia non c’è da intonare alcun de profundis all’economia italiana. Il Paese, infatti, pagherà lo scotto della fine del superbonus e, soprattutto, sconterà l’export che cala a fronte delle difficoltà dell’intera Eurozona. Una chance è data dall’applicazione del Pnrr che potrebbe innescare un’impennata più forte del previsto per sostenere la performance economica. Ma un grave problema, per l’Italia e per tutti, arriverà dai rischi globali. Cosa che, ieri, ha sostenuto anche la governatrice della Bce Christine Lagarde in audizione al Parlamento europeo: con le guerre in giro per il mondo e il rischio dazi, il commercio internazionale e la crescita economica globale rischia grosso. E l’Europa, se possibile, corre un pericolo ancora maggiore degli altri.


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