LIBERALMENTE CORRETTO – Il programma politico deL burocrate a capo della Bce
Il programma politico deL burocrate a capo della Bce – La signora Lagarde non si smentisce. Assisa sullo scranno più alto dell’euroburocrazia, nel girone degli intoccabili, immuni da responsabilità politica, rivolge direttamente al popolo le sue “indicazioni” diurne, dopo lunga meditazione notturna, come i monarchi di un tempo. Le ultime sono state espresse in forma di dolente rammarico e benevolo auspicio, come si conviene alle persone interessate al Supremo Bene di tutti. Il capo della BCE si duole dell’eccessiva inclinazione al risparmio dei cittadini europei e li invita amabilmente a destinare più congrua e generosa parte dei loro redditi alle esigenze dell’apparato chiamato Unione Europea. Queste le sue parole di rammarico: “gli europei destinano al risparmio una elevata parte dei loro redditi: il 13% circa, rispetto all’8% circa negli Stati Uniti. Di norma, gli europei preferiscono asset a basso rischio, prodotti di risparmio liquidi. In Europa, qualcosa come 11,5 trilioni di euro è detenuto in cash (contante) e depositi. Si tratta di 1/3 degli asset finanziari complessivi delle famiglie. Negli Stati Uniti, la quota è pari solo a 1/10”. Segue auspicio: “i prodotti potrebbero essere offerti anche in modo da sostenere le priorità dell’Europa, e dunque per finanziare l’innovazione e la transizione green ”. Si capisce che il desiderio della pia donna è qualcosa di più che un semplice vagheggiamento; tende a trasmodare dall’ottativo al coattivo, giacché all’eccesso di cash si intende porre rimedio con la conversione in denaro digitale. In altre parole la riflessione notturna, seguita da esternazione diurna, si può così tradurre: “cari cittadini europei, in particolare italiani, visto che i vostri risparmi prendono strade che non piacciono all’euroburocrazia, ci stiamo attrezzando in modo che la BCE e le sue appendici siano tra poco arbitri dei vostri conti, dei quali una parte più congrua e generosa sarà destinata al mostruoso Leviatano che si erge sopra di voi”. Orbene, il “pizzino” a mezzo stampa, pervenuto al popolo europeo, è di una gravità sconcertante, puntualmente sfuggita agli attenti osservatori sinceramente democratici, che tanto più amano le autorità, quanto più sono lontane dal controllo popolare. In primo luogo, bisogna sottolineare che l’art. 47 della nostra Costituzione “incoraggia e tutela il risparmio”; la signora Lagarde lo “scoraggia”; sicché si può ben dire che il capo della BCE ha poco rispetto – ed è già un eufemismo – della pietra angolare del nostro ordinamento. Si direbbe poi che non ha alcun interesse al corretto esercizio dell’attività bancaria, della quale il risparmio dei cittadini costituisce la premessa necessaria e il finanziamento degli investimenti imprenditoriali il giusto epilogo. Insomma è ben poco gradito a Francoforte che il mercato indirizzi in una maniera, piuttosto che in un’altra, il risparmio dei privati, sicché risulta messa in discussione l’essenza stessa della “banca”, come istituto di risparmio e finanziamento dell’attività imprenditoriale. Se non piace la libera dinamica di mercato, quale modello di banca prefigurano gli gnomi di Francoforte? Ovviamente la Banca-deposito, arbitra per atto d’imperio di tutti i flussi di denaro. Il che ovviamente sottende una scelta politica ben precisa; anzi un intero programma, che guarda molto lontano, in direzione di quattro risultati. 1. Minore libertà dei cittadini, poiché il controllore dei flussi sovrasta il controllato. 2.Trasferimento di potere dal settore privato a quello pubblico, per maggiore assorbimento di capitali (risparmiati) nell’area della spesa pubblica. 3. Trasferimento di potere dalla politica, bene o male sottoposta al controllo elettorale, alla burocrazia, irresponsabile e insediata, vita natural durante, per grazia divina. 4. Premio per le forze politiche di ispirazione socialista, che mirano alla pianificazione e al controllo capillare della vita associata, ai danni delle forze politiche di ispirazione liberale, che intendono comprimere la spesa pubblica a vantaggio del libero mercato. Insomma un burocrate ha invaso pesantemente il campo della politica e nessun commento dei media lo ha messo in evidenza. Un brutto segnale, che lascia intendere l’arretramento della cultura liberale in Italia ed Europa.
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