Tutto come previsto: il voto di fiducia al governo sulla conversione in legge del decreto fiscale passa al Senato con cento voti favorevoli. Tutto facile per la maggioranza: sono arrivati solo 46 voti contrari e un’astensione. Adesso la palla passa alla Camera, in seconda lettura. Ci sarà tempo fino al 18 dicembre per approvare definitivamente il provvedimento. Ma è chiaro che il governo voglia chiudere la partita il prima possibile. Col decreto fiscale, infatti, si gioca anche il match della manovra e l’esecutivo vorrebbe evitare lunghe ed estenuanti sedute festive in Parlamento. Tra le novità del provvedimento ci sono lo stanziamento di 4,7 miliardi di euro per il credito d’imposta legato al piano Transizione 4.0 e i 50 milioni a Open Fiber per i riequilibro dei piani economico-finanziari riguardanti le concessioni per la banda larga, progettazione e realizzazione nelle cosiddette aree bianche. Un provvedimento che si attende da tempo e che dovrebbe portare a una svolta per la digitalizzazione del Paese che non si può compiere se le zone di periferia restano sguarnite e prive di infrastrutture. Restano all’interno del provvedimento il canone Rai a 90 euro, che ha fatto detonare la polemica interna alla maggioranza e l’innalzamento di tre milioni per il tetto ai contributi destinati ai partiti politici, una proposta firmata da Pd e Avs.