Esteri

Inizia tra gli spari il cessate il fuoco in Libano. Meloni: “Punto di partenza”

di Ernesto Ferrante -


La prima giornata di tregua in Libano è stata scandita dai colpi dell’esercito israeliano che ha aperto il fuoco nel sud del Paese in direzione di civili che tentavano di tornare alle loro case distrutte a ridosso della linea di demarcazione. Dopo gli spari di artiglieria su Kafr Kila, nel settore orientale della “Linea Blu”, i militari dello Stato ebraico hanno preso di mira la località di Adaysse, nella parte centrale. “L’Idf rimane nell’area e fa rispettare l’accordo di tregua”, hanno riferito le Forze di difesa israeliane.

Il quotidiano emiratino “The National” ha pubblicato il testo completo dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Secondo la testata, il documento in 13 punti incarica le forze armate libanesi di far rispettare la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite del 2006, che vieta ai miliziani sciiti di rifornirsi di armi e infrastrutture militari a sud del fiume Litani, e richiede l’invio di 10mila soldati di Beirut nella zona il prima possibile, sotto la guida di Stati Uniti e Francia. Diversi passaggi riguardano il funzionamento di un “meccanismo tripartito” istituito dalla forza di interposizione internazionale Unifil, dagli Stati Uniti e dalla Francia per gestire l’applicazione di quanto stabilito e le eventuali violazioni.

All’esercito libanese spetterà anche il l’arduo compito di controllare l’accesso alle aree a sud del corso d’acqua che nell’antichità, quando era conosciuto con il nome di Leonte, rappresentava il confine tra la sfera d’influenza dell’Egitto (durante il Nuovo Regno) e quella del regno ittita. Un punto include una richiesta da parte di Gerusalemme e Beirut affinché gli Stati Uniti e l’Onu aiutino a “facilitare i negoziati indiretti tra Israele e Libano con l’obiettivo di risolvere i punti controversi rimanenti lungo la “Linea Blu”, in linea con la Risoluzione 1701”.

“Possiamo cogliere una grande opportunità” per “fare un importante passo in avanti nella riflessione geopolitica e geostrategica sul ruolo del Mediterraneo, per dare una definizione nuova e più ambiziosa: non più Mediterraneo allargato ma Mediterraneo globale”, vale a dire “uno spazio che vuole allargarsi al mondo e protagonista delle interconnessioni globali”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo ai “Rome Med Dialogues”.

“L’annuncio del cessate il fuoco” in Libano, ha aggiunto Meloni, “è uno sviluppo molto importante e positivo. È un punto di partenza e non di arrivo. Dobbiamo cogliere questa opportunità, lavorare alla stabilizzazione del confine per permettere a tutti di tornare a casa in sicurezza” e per riuscirci bisogna “rafforzare la capacità di Unifil e delle forze armate libanesi” e “sono orgogliosa che l’Italia abbia un ruolo in questa sfida”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di “successo italiano”. “Il cessate il fuoco in Libano è una gran bella notizia alla quale abbiamo dato un contributo importante anche con la riunione del G7 di Fiuggi, è un successo anche italiano. Con la presidenza del nostro Paese siamo ancora una volta riusciti a dare un contributo per la pace”, ha affermato Tajani, a margine della X edizione dell’evento organizzato da Farnesina e Ispi.

Il capo della diplomazia italiana guarda a Gaza: “Credo che il cessate il fuoco in Libano possa contribuire ad avviare un percorso per arrivare in tempi non lunghi a un cessate il fuoco anche a Gaza. Noi stiamo lavorando per la pace giusta, continueremo a inviare materiale per sostenere la popolazione civile, quindi siamo al fianco del popolo palestinese. Il nostro obiettivo è due popoli due Stati, lavoreremo per questo. Abbiamo lavorato per il cessate il fuoco in Libano, continuiamo a farlo per la Striscia di Gaza”.

Hamas ha fatto sapere di essere impegnato a cooperare con qualsiasi sforzo per garantire un cessate il fuoco a Gaza. Per il movimento islamico di resistenza, qualsiasi cessate il fuoco a Gaza deve porre fine alla guerra e portare al ritiro delle forze israeliane dall’enclave palestinese.


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