Politica

PRIMA PAGINA-Taglio del canone Rai: pronti, partenza… Stop! Colloquio con Massimo Garavaglia

di Giuseppe Ariola -


Dal canone Rai alla riforma dell’Autonomia differenziata, passando per la sanità calabrese e il differente posizionamento in Europa, in particolare per quanto riguarda il voto con il quale ieri è stata ufficializzata la vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue per Raffaele Fitto, le divisioni tra i partiti di maggioranza sembrano diventare sempre più evidenti e gli scontri sempre più difficili da evitare. Quanto accaduto sulla proroga del taglio del canone Rai ne è un esempio eloquente e dà il polso della distanza che su alcuni argomenti intercorre tra gli alleati di governo. Quello della tassa sul servizio radiotelevisivo pubblico è uno di quelli che divide da tempo la Lega da Forza Italia e ieri il problema è deflagrato al Senato quando è stato messo ai voti un emendamento presentato dal partito di Matteo Salvini bocciato a causa della contrarietà degli azzurri nonostante il via libera del governo. Da Forza Italia, che per il momento ha incassato il risultato, si tende a sminuire l’accaduto con Tajani che non vuol sentire parlare neanche di un incidente, come se nulla fosse successo. Resta però il fatto che se il governo va sotto non per un’assenza dell’ultimo momento o perché i numeri sono ‘ballerini’ ma per una chiara scelta politica di una delle forze che compone la maggioranza un problema c’è e anche grave.
In un colloquio con L’identità il senatore della Lega Massimo Garavaglia dice di essere “rimasto abbastanza stupito da questo atteggiamento perché una squadra è una squadra. La politica è fatta di mediazioni, anche difficili, ma mai di ricatti, altrimenti è la fine della politica. Che addirittura si arrivi a votare contro il parere del governo, cioè a votare con l’opposizione su una misura che semplicemente abbassa le tasse per i cittadini con il reddito più basso mi sembra veramente paradossale”. Alla ‘giustificazione’ di Forza Italia che ha motivato il proprio voto sostenendo che la proroga della riduzione del canone Rai non fosse prevista da un accordo preso a livello di governo, Garavaglia si domanda “perché allora il governo ha dato parere favorevole? Non ci sono due governi, a me ne risulta uno solo. Quando vado a votare in commissione e c’è un parere favorevole del governo posso discutere con il membro del governo, ma se il parere è quello, per me il parere è favorevole”. E a proposito di governo, sull’incidente è intervenuta la stessa premier Giorgia Meloni ironizzando che “se abbiamo trovato un accordo sul Libano possiamo farlo pure sul canone Rai”, mentre subito dopo il voto da Palazzo Chigi è filtrata forte irritazione per quello che è stato definito come “un inciampo che non giova a nessuno”. Parole dalle quali, considerato anche che Fratelli d’Italia ha votato a favore della proposta della Lega, è facile dedurre si fosse trovata un’intesa sul tema del canone Rai che bloccava il voto in commissione già da due giorni. A tal proposito il senatore leghista preferisce non sbottonarsi “per questioni di riservatezza”, ma non manca di sottolineare che “si è andati un po’ oltre quelli che sono i principi di leale collaborazione”. E proprio la leale collaborazione diventa un altro dei temi di questa concitata giornata, perché nel seguito dei lavori della commissione Bilancio sul decreto Fiscale Forza Italia si vede bocciare, a causa dell’astensione della Lega, un emendamento per la sanità calabrese, regione guidata dall’azzurro Roberto Occhiuto. Massimo Garavaglia ci tiene però a precisare che “in questo caso il governo si è rimesso all’Aula, siccome la proposta era arrivata all’ultimo momento, con un testo modificato e non si erano fatti tutti gli approfondimenti del caso. Nel dubbio ci siamo quindi astenuti”, chiosa il Presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama mettendo in luce come tecnicamente su questo secondo voto che ha visto la maggioranza dividersi il governo non è andato sotto, proprio perché non aveva espresso alcun parere. Di certo non è la prima volta che nelle commissioni parlamentari si registrano dei problemi per la maggioranza, ma “i problemi ci sono sempre, però normalmente si risolvono, non si fanno esplodere”, rivendica Garavaglia.


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