Strage di Rigopiano, oggi l’udienza in Cassazione
La vicenda della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, dove il 18 gennaio 2017 una valanga travolse il resort causando 29 vittime, è giunta a un momento cruciale: oggi, 27 novembre, la Cassazione dovrà decidere se confermare le 8 condanne e le 22 assoluzioni emesse dalla Corte d’Appello de L’Aquila lo scorso 14 febbraio o se riaprire il processo.
La sentenza di Appello ha stabilito responsabilità principalmente a carico di amministratori locali e dirigenti provinciali. Condannati l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta (2 anni e 8 mesi), i dirigenti provinciali Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi ciascuno), l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e il suo capo di gabinetto Leonardo Bianco, oltre al tecnico comunale Luigi Colangeli. Confermate, invece, le 22 assoluzioni e le esclusioni di responsabilità per dirigenti regionali e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco.
La decisione di Appello aveva escluso responsabilità per la mancata redazione della Carta Valanghe da parte della Regione e per il terremoto che scosse l’area quel giorno. Tuttavia, molti familiari delle vittime hanno espresso profondo sdegno. “Non è stata fatta giustizia”, ha detto Egidio Bonifazi, padre di Emanuele, uno degli addetti del resort. Anche Alessio Feniello, padre di Stefano, ha definito la sentenza “amara e confusa”.
Il ricorso in Cassazione presentato dalla Procura Generale punta a rivedere le assoluzioni, specialmente riguardo la prevedibilità del rischio e le misure di prevenzione che potevano essere messe in atto a Rigopiano. “Se la sentenza di secondo grado sarà ribaltata, si ripartirà con un nuovo processo, ma i tempi lunghi rischiano di portare alla prescrizione”, ha commentato Giampaolo Matrone, uno dei pochi sopravvissuti alla tragedia.
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