La Chiesa di Padre Nivaldo, la Casa delle ragazze gravide: gli inediti sulla “fabbrica dei bambini”
La Chiesa di Padre Nivaldo Ceron e la “benedizione” alle attività della “Casa” delle ragazze gravide di Pedras Grandes, nei giardini del Castelo di Treze de Maio con le “serve” dell’associazione e le loro “madrine”: le novità sulla storia della “fabbrica dei bambini” in Brasile.
La verità prima o poi da qualche parte emerge come da un tombino che scoppia, anche in una città profondamente omertosa come Tubarao in Brasile dove, utilizzando le parole emblematiche dell’avvocato criminalista Edson Ribeiro, che ha indagato per conto dell’avvocato italiano Nunzio Bevilacqua con un pool di investigatori per mesi in quei territori, “sembra che tutti siano abituati a considerare normale ciò che non lo è”.
Fu proprio al Padre della Chiesa Cattolica Romana, proprietario ed abitante dello sfarzoso Castelo Belvedere di Treze de Maio nello Stato di Santa Catarina in Brasile – Antônio Nivaldo Ceron – che furono chieste da Ribeiro informazioni circa la “Casa” delle ragazze gravide dove sarebbe stata anche Barbara durante un periodo della sua gravidanza (dopo aver rispedito in Italia Bevilacqua per paura di essere scoperta, ndr). A lui Ribeiro chiese conto del riferito suo coinvolgimento nell’attività, ma soprattutto chi fosse la “tenutaria” di questa misteriosa “Casa” e quali fossero le attività reali, oltre che quelle formali, che lì si praticavano.
Gli fu chiesto perché avesse fatto il suo nome la famosa Maga di magia nera (connessa – forse per ragioni “professionali”- a persone influenti di Tubarao, ndr) in arte Mae Izabel de Oxum – del paese di Içara – SC vicino Criciuma – quella ritratta con Barbara Zandomenico Perito e Álvaro Orlando/Oliveria (l’inseminatore detto “Salvavidas”, già presente tra gli amici di Instagram dell’italobrasiliana di Laguna in una chat Whatsapp di gruppo che abbiamo già pubblicato) e addirittura specializzata, come da lei pubblicizzato, in risoluzione di problematiche di giustizia relative al diritto di famiglia.
La Maga riferiva, in un tentativo di rendere marginale la sua posizione, in primo luogo una sua paura per il coinvolgimento di persone “importanti” della città di Tubarao di cui però non faceva i nomi facendo però intendere che fossero appartenenti ad un mondo di “colletti bianchi”, e in secondo luogo che la Casa della Matriarca (non parlò mai di “Misionaria” – come fece Padre Lino Brunel – ma il discorso fu sempre attorno alla Matriarca, ndr) coinvolgesse in prima persona Padre Nivaldo Ceron. Invitava Ribeiro a chiedere direttamente a lui cosa avvenisse realmente nella Casa perché nessuno meglio di lui poteva saperlo. Poi, mostrate le foto di Barbara incinta e della zia “madrina” (così la definisce la madre Margarete in alcuni messaggi Whatsapp), l’ostetrica Janete Zandomenico, raffigurate nei giardini del Castelo Belvedere di Treze de Maio, aveva manifestato la sua convinzione del fatto che Barbara era tra “quelle ragazze” che frequentavano la misteriosa associazione di cui non indicava il nome, come se si fosse di fronte ad una “sorta di ritualità” nel passare per il Castelo accompagnate da una specie di “introduttrice”.
A questa indicazione si era aggiunto il riscontro di Padre Lino Brunel, all’epoca amministratore diocesano della Diocesi di Tubarao, che aveva riferito che una struttura del genere, per ciò che era sua conoscenza personale, era gestita da una certa Gislaine Paes detta la “Misionaria” (mentre Mae Izabel de Oxum parlava con Ribeiro di Matriarca quando prendeva le distanza dalla stessa dicendo che non era “lei”, ndr) Forse un nome in codice, forse la stessa persona o due persone della stessa famiglia.
Padre Lino Brunel aggiungeva pure di aver avuto conoscenza diretta della permanenza presso la “Casa” di una ragazza gravida e della medesima età di Barbara Zandomenico Perito, all’epoca dei fatti.
Trovare la “Casa” nel paese di Pedras Grandes vicino Tubarao, attraverso testimonianze di persone che riferivano di “arrivi” nel Casale del bosco di numerose ragazze gravide accompagnate di sera e lasciate lì per “un tempo” fintantoché non avessero partorito, non fu per Ribeiro cosa semplice.
La “Casa” fu geolocalizzata e fotografata da lui, da un punto di osservazione esterno di un possibile passante e poi, successivamente, grazie al satellite.
I connotati di una sorta di “organizzazione occulta” gli furono chiari già dal momento che la individuò nel bosco: era isolata, come per un lager, una parte nascosta coperta da siepi, probabilmente dedicata alla lavorazione industriale di qualcosa. Ed emergeva il contrasto tra una struttura in apparenza povera e la presenza di svariate telecamere a circuito chiuso, di un fossato con il filo spinato, davvero troppo per “proteggere” una semplice associazione culturale neanche “apparentemente” benestante.
Tornando alle richieste di chiarimenti di Ribeiro a Padre Nivaldo Ceron, se questi non volle dargli alcuna informazione, nemmeno furono individuate ulteriori “collaborazioni” di persone che riferissero l’identità della ”Misionaria” e della “Matriarca”, quale scopo avesse quella associazione di cui non si sapeva neanche il nome, come questa si collegasse a Padre Nivaldo – sempre più chiuso a svelare i propri rapporti con “l’entità” – ma soprattutto se Antonio Nivaldo Ceron, come riferito da Padre Lino Brunel, avesse aiutato la “Misionaria”, solo inizialmente, ad allestire la “Casa”.
Ammesso che ciò fosse vero e che la “cooperazione” tra il Castelo e la Casa non sia proseguita anche dopo la conoscenza dei fatti da parte di Padre Lino Brunel, resta da capire perché il Padre del Castelo abbia dovuto abbandonare un’iniziativa così “nobile” in cui sembrava aver creduto e in linea con i principi della Chiesa di Roma a cui appartiene.
A questo punto, però, possiamo svelare particolari finora inediti: il nome reale di questa associazione, alcuni dei membri che la reggono, parte delle prassi pseudo-religiose lì esercitate e come ciò si coordina con Padre Nivaldo Ceron da almeno 7 anni.
L’associazione si chiama “Associacao Filhos de Maria Aos Pes da Cruz”, denominata Afmpc (Associazione Figli di Maria ai Piedi della Croce) e fu fondata il 22 febbraio del 2016 da tale Gislane Americo Paes quale presidente (secondo alcune fonti, di Içara SC , lo stesso paese di Mae Izabel de Oxum, ndr).
Di matrice asseritamente “religiosa/filosofica”, l’Afmpc è localizzata a Pedras Grandes, vicino Tubarao ad un indirizzo individuato attraverso la geolocalizzazione.
Tutti i contatti con l’Associazione avverrebbero attraverso tale Luciano de Faveri, secondo i dati camerali una sorta di responsabile amministrativo/factotum della “congregazione”.
La scoperta del nome dell’associazione tenutaria della “Casa” ha consentito, poi, la verifica di contenuti web di un passato non molto remoto, video registrati su YouTube poco dopo un’anno dalla fondazione dell’Associazione. In essi Padre Nivaldo Ceron appoggia i fini dell’associazione, tra i quali uno stravagante criterio di “modestia” trasferito a queste ragazze gravide. Giovani portate al convincimento di essere una sorta di “Maria Vergine” senza che sia chiara quale sia la loro missione e il ruolo dei figli partoriti (per proprietà transitiva potranno questi ultimi essere considerati delle “divinità angeliche”? Ndr). Giovani che appaiono perfettamente integrate, da “serve” – come si definiscono – associate con il Castelo Belvedere. Qui, molteplici donne – non in apparente condizione economica disagiata e in stato visibile di gravidanza – ricevevano benedizioni, vestite come “suore laiche”, all’interno della Cappella Privata di Antonio Nivaldo Ceron. Oppure passeggiavano per i giardini privati del Castelo Belvedere facendosi ritrarre con il pancione e indossando vestiti fiorati, accompagnate da donne più anziane come fossero loro mentori nell’associazione. Ciò che i lettori de L’Identità hanno già visto nelle foto pubblicate di Barbara Zandomenico Perito con la zia Janete Zandomenico dal profilo pubblico Instagram di quest’ultima.
Quindi la Mae do Santo Izabel de Oxum non mentiva quando aveva riconosciuto in quelle foto scattate dinanzi al Castelo e mostratele da Edson Ribeiro una sorta di “ritualità di appartenenza”.
Nei prossimi articoli vi mostreremo i protagonisti di questa associazione durante un incontro con Padre Nivaldo Ceron. Tra essi, una persona che è la responsabile della comunicazione che parla con Ceron, definendosi “Serva del Ministero della Comunicazione” e utilizzando un “nome d’arte”, il suo vero sarebbe Vania Maria da Silva, collegata in quasi tutte le foto di tale Gislaine Paes, che ha sul suo profilo pubblico Instagram le foto di anche altre persone di queste “cerimonie”. Una persona, Gislaine Paes (con la “i”, ndr), collegata al mondo dell’educazione, dell’infanzia e dell’adolescenza della Chiesa quadrangolare nello Stato di Sao Paulo.
Abbiamo estratto alcune foto da un video pubblico che ritrae alcune ragazze dell’associazione, incinte e con abiti e movenze “angeliche”, quasi in una sorta di “maternità missione” – di forma del tutto analoga a quella cui si ispirava Barbara – che incontrano altre persone, leaders o fondatrici della congrega.
Tra le fondatrici, appare una Gislane Americo Paes (senza la “i”, ndr) che in un altro video organizzerebbe ”caffè coloniali” presso il Castelo di Nivaldo, per raccogliere fondi utili alla costruzione proprio di un orfanotrofio (l’infanzia è sempre presente, ndr). E’ la prima Paes.
Poi appare in un paio di fotogrammi Gislaine Paes (detta Gih), collegata, come già detto, al mondo dell’educazione infantile e della Chiesa Quadrangolare che dovrebbe vivere a Tatui in Sao Paulo, in compagnia di un bambino che potrebbe essere il suo secondogenito, valutando gli anni in cui fu girato il video. E’ lei a collegare molti sul suo profilo Instagram. E’ la seconda Paes della storia.
Di seguito, un passaggio con un’altra fondatrice, Dalva Américo Paes, che dovrebbe abitare sempre a Içara SC (diremmo tutti vicino a Mae Izabel de Oxum, ndr).
Impossibile, per ora, accertare se e chi tra loro sia la “Matriarca”.
Questa storia sicuramente continua.
Torna alle notizie in home