Il no di Bpm a Unicredit: E’ un’offerta ostile
C’è il no di Bpm a coronare la contrarietà espressa dal governo, con le parole del ministro Giancarlo Giorgetti e del vicepremier Matteo Salvini, circa l’offerta di Unicredit per acquisire con 10 miliardi l’istituto di credito. Un no motivato dal rifiuto di una valutazione economica considerata non adeguata al valore di Bpm, peraltro condivisa anche dagli analisti del mercato, ma pure facendo suonare la sirena dell’occupazione nel dichiarato timore di un impatto sociale pericoloso dell’operazione.
L’offerta del colosso bancario guidato da Andrea Orcel (prevede uno scambio di 0,175 nuove azioni UniCredit per ogni azione Banco Bpm, con l’obiettivo di delistare Banco Bpm e procedere a una fusione tra i due istituti, ndr), fa sapere Bpm, “non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm”. Il giudizio del Consiglio dell’istituto ribadisce pure quanto già reso noto ieri e cioè come l’offerta non sia stata sollecitata, rammentando che il valore potenziale di Piazza Meda “è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel Piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato”.
C’è poi, a completare il no, la considerazione riguardo agli effetti sugli equilibri occupazionali: le sinergie di costo lorde stimate da Unicredit per 900 milioni sono “più di un terzo della base costi di Banco Bpm” e per questo “destano forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale”. Sinergie che “al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell’offerta”.
Da qui il perentorio e netto “Sì” espresso dal consigliere di Bpm Mauro Paoloni, già vicepresidente dell’istituto di credito, al suo ingresso in Consiglio, quando gli è stato chiesto se confermasse la natura ostile dell’offerta confezionata dal ceo di Unicredit, Andrea Orcel.
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