Esteri

Erdogan prova a scongiurare il peggio parlando con Putin

di Ernesto Ferrante -


Telefonata sull’asse Ankara-Mosca per evitare il peggio, mentre Francia e Gran Bretagna pensano addirittura all’invio di truppe sul campo di battaglia ucraino, le forze russe abbattono i missili balistici ucraini e Medvedev avverte l’Europa, paventando la devastazione che provocherebbe il nuovo missile russo. L’unica flebile speranza viene da Trump, presidente eletto degli Stati Uniti.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con il collega russo Vladimir Putin. Erdogan ha ribadito la volontà di mantenere aperto il dialogo con la Russia, ponendosi in aperto contrasto con gli altri Paesi Nato e soprattutto con la strategia di Joe Biden. Secondo Bloomberg, il governo turco punta ad organizzare un vertice per presentare un piano di pace alla presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Si prevede la cessazione delle ostilità, il rinvio di 10 anni della discussione relativa all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e la creazione di una zona demilitarizzata nel Donbass. Le fonti della testata hanno parlato di condizioni basate “sulla situazione sul campo” e sui rapporti di intelligence, dai quali risulta che Kiev potrebbe presto perdere porzioni di territorio ben più consistenti.

Il Cremlino ha fatto sapere di aver notato che la cerchia del presidente eletto Trump sta ragionando su un potenziale piano di pace per l’Ucraina, mentre l’attuale amministrazione statunitense, guidata da Biden, sta peggiorando la situazione.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato positivamente un’intervista rilasciata domenica a Fox News da Mike Waltz, il consigliere per la sicurezza nazionale scelto da Trump. Waltz ha detto che il tycoon era “molto preoccupato” per l’escalation dei combattimenti e che la guerra deve essere portata “a una fine responsabile”. Peskov ha confermato la disponibilità al processo di pace e ai negoziati di Putin.

“Mentre il conflitto in Ucraina entra in una nuova fase di escalation, sono state riattivate le discussioni sull’invio di militari occidentali e di società private di difesa in Ucraina”. A dare la notizia è stato Le Monde, citando “fonti concordanti”. È “una questione delicata”, ha sottolineato il quotidiano francese, “la maggior parte delle discussioni sono segrete, ma hanno ripreso forza in vista di un possibile ritiro americano dal sostegno a Kiev una volta che Donald Trump entrerà in carica negli Stati Uniti il 20 gennaio 2025. Il dibattito sull’invio di soldati in Ucraina, lanciato in pompa magna dal presidente francese Emmanuel Macron in occasione di una riunione degli alleati di Kiev a Parigi a febbraio, ha suscitato una forte opposizione da parte di alcuni paesi europei, guidati dalla Germania. Questo scenario, tuttavia, non è mai stato escluso”.

Anzi, stando al giornale transalpino, “è stato addirittura rilanciato nelle ultime settimane con la visita in Francia del primo ministro britannico, Keir Starmer, durante le cerimonie dell’11 novembre”.

Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le sue forze hanno abbattuto otto missili balistici, oltre a sei bombe JDAM guidate di fabbricazione statunitense e 45 droni di tipo aereo nelle scorse 24 ore.

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha esortato l’Europa a fermare il sostegno all’Ucraina se non vuole fare la conta dei danni potenzialmente devastanti dell’Oreshnik.

“L’Europa non sa più che pesci pigliare, speculando sull’entità dei danni che il missile causerebbe con le sue testate nucleari, sulla possibilità di abbatterlo e sulla rapidità con cui i missili raggiungerebbero le capitali del Vecchio Continente. Permettetemi di rispondere a tutte e tre le domande: i danni sarebbero catastrofici; no, non è possibile abbatterli con i sistemi attuali; e sarà una questione di minuti. No, i rifugi antiatomici non vi salveranno. L’unica speranza è che la Russia, per bontà d’animo, avvisi in anticipo del lancio. Quindi che ne dite di smettere di sostenere la guerra?”, ha scritto su Telegram.


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