Canone Rai, maggioranza divisa sulla proroga del taglio
La maggioranza resta divisa sull’emendamento per confermare il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro anche nel 2025, spinto dalla Lega ma fortemente osteggiato da Forza Italia. Il veicolo legislativo individuato è il decreto Fiscale, al quale la Lega ha presentato un apposito emendamento. Tuttavia, i lavori della Commissione Bilancio al Senato procedono a rilento, con la seduta di ieri sospesa e il rinvio del voto degli emendamenti a oggi. Non si esclude che, se non dovesse trovarsi una quadra in tempo utile per licenziare il decreto Fiscale, la questione venga affrontata direttamente nella legge di bilancio all’esame della Camera. Forza Italia, da sempre contraria, critica il taglio del canone Rai, definendolo inutile. E dalla Lega arriva, invece, l’accusa agli azzurri di essere di conflitto d’interessi, avendo richiesto nuovi fondi all’editoria ma, soprattutto, alla luce della vicinanza di Forza Italia al gruppo Mediaset. La diatriba in maggioranza offre terreno fertile al Partito Democratico per sottolineare la divisione tra gli alleati di governo e per ironizzare: Fratelli d’Italia vuole “occupare” la Rai, la Lega “affossarla”, mentre Forza Italia si preoccupa degli spazi pubblicitari, chiosano dal Nazareno.
Sul fronte manovra, invece, nel corso del vertice di maggioranza di domenica, alla presenza della premier Giorgia Meloni, dei vicepremier Salvini e Tajani, del leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è emersa la carenza di risorse disponibili. Salvo pochi emendamenti concordati, la manovra dovrebbe restare sostanzialmente invariata rispetto al testo approvato in Consiglio dei ministri. Giorgetti, in merito al canone, si è limitato a dichiarare: “Vediamo come va il voto”, rimettendo la palla al Senato.
Oltre al canone, la maggioranza è però chiamata ad affrontare anche altri nodi: la possibilità di eliminare il blocco del turn over nella pubblica amministrazione, almeno per le forze dell’ordine, e il tema dell’autonomia differenziata.
La situazione resta quindi complessa, con Forza Italia che frena, la Lega che insiste e un equilibrio ancora tutto da trovare. Nel frattempo, i lavori sulla legge bilancio e sui relativi emendamenti proseguono, ma le tensioni interne rischiano di rallentare ulteriormente l’approvazione delle misure.
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