PRIMA PAGINA-La surreale richiesta di Grillo: si voti un’altra volta, Intervista a Stefano Patuanelli
Il Movimento 5 Stelle cambia pelle. O forse no…. Dipende, perché l’attesa contromossa di Beppe Grillo, che si è tenuto ben lontano dall’evento Nova voluto da Giuseppe Conte, con il quale il garante è stato sostanzialmente esautorato dalla sua stessa creatura, come era prevedibile, è arrivata. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha infatti chiesto la ripetizione del voto sui vari quesiti sottoposti agli iscritti, in virtù delle attribuzioni che lo statuto pone in capo al garante. Una prima reazione con la quale Grillo ha in sostanza risposto al ‘nuovo corso’ voluto da Conte e votato dagli aventi diritto. E ne potrebbero seguire altre, in particolare per quanto riguarda il simbolo, a seguito delle quali la questione dal piano politico potrebbe spostarsi su quello giudiziario, come già successo in più occasioni per altri partiti italiani, su tutti la Democrazia Cristiana. La disputa potrebbe insomma finire in tribunale, rendendo più tortuoso il percorso avviato dall’ex presidente del Consiglio.
Ne abbiamo parlato con Stefano Patuanelli, presidente del gruppo pentastellato al Senato, molto vicino a Giuseppe Conte e tra i primi a schierarsi già al sorgere delle prime schermaglie all’interno del Movimento 5 Stelle.
L’assemblea costituente ha dato il via a una vera e propria rivoluzione. Quale pensa sarà il principale impatto di quanto deciso sulla vita del Movimento?
“Non cambierà la nostra azione politica complessiva, volta come sempre al tentativo di rispondere alle esigenze dei cittadini. Cambierà, mi auguro, quella narrazione mediatica negativa di un Movimento senza forma e collocazione politica. E certamente avremo maggior slancio nel rilanciare i nostri temi”.
Le modifiche apportate non vi rendono un po’ più simili ai partiti tradizionali rispetto ai quali, invece, avete sempre voluto rimarcare le differenze?
“Non sono le regole meccaniche di funzionamento che segnano le differenze tra i partiti, ma l’approccio politico. Siamo gli unici a non dover rispondere a gruppi di potere di vario genere che condizionano le altre forze politiche. Non siamo una forza di sistema, ci interessa cambiare il Paese e su questo ci differenziamo per la nostra carica innovatrice”.
Perdere o rinunciare al proprio fondatore sarebbe uno shock per qualsiasi movimento politico. Come pensate di far fronte all’uscita di scena di Grillo?
“La vocazione movimentista ci ha sempre consentito di superare tutti i momenti difficili, sia quelli elettorali che quelli riguardanti le dinamiche interne del Movimento 5 Stelle. Ci hanno dati per morti milioni di volte eppure siamo ancora qua. Dalla nostra assemblea costituente dobbiamo ripartire con entusiasmo, fiducia, ottimismo. Non bisogna mai avere paura del cambiamento, bisogna guidarlo, affrontarlo. Sono certo che ci riusciremo”.
Possibile che la disputa tra Conte e Grillo prosegua, magari in tribunale?
“Sul fronte giuridico non so cosa accadrà, ma non c’è stata una disputa Grillo Conte. C’è stato un percorso lungo, ‘vero’, partecipato, libero: iniziato con l’ascolto degli iscritti per raccoglierne le istanze e l’invio di oltre 22.000 contributi, sei giorni di dibattito tra trecento iscritti sorteggiati, moltissime ore di agorà aperti al contributo di tutti, due giorni di assemblea e oltre settanta voti con la partecipazione di più di quattromila persone in presenza e di oltre 54.000 votanti. Beppe ha chiesto, come da Statuto, di votare nuovamente. Va benissimo, sarà un ulteriore nuovo momento di partecipazione. Trovo però francamente surreale la sua richiesta perché si contrappone alla comunità intera del movimento che ha preso delle decisioni a larghissima maggioranza e con la partecipazione di oltre il 60% degli iscritti. E’ un po’ come sconfessare un principio cardine della nostra forza politica”.
Con lo stop alla regola del doppio mandato si apre all’ipotesi di ritorni anche ingombranti. Come saranno decise le candidature?
“Non ci sono ritorni ingombranti, ma molte competenze ed esperienze, rimaste nel movimento e che tornano ad essere spendibili in nuove competizioni elettorali. L’assemblea ha tracciato una linea nuova rispetto le candidature, indicando di voler superare il tema dei due mandati. Il modo in cui ciò sarà declinato lo vedremo nei prossimi giorni”.
Per quanto riguarda le alleanze, cosa cambia in concreto?
“Continueremo a presidiare con testardaggine il campo progressista, da indipendenti ossia senza sudditanza nei confronti di altre forze politiche. Rilanceremo con forza i punti qualificanti della nostra storia politica, dal salario minimo alla sanità pubblica, dalla transizione energetica alle politiche di incentivo per le imprese, come Transizione 4.0, e chiederemo agli altri partiti progressisti di impegnarsi con noi a realizzarli sia a livello territoriale che nazionale, quando saremo maggioranza”.
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