Politica

La Lega accusa: “No al patriarcato islamico”

di Cristiana Flaminio -


“No al patriarcato islamico”: nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la Lega punta il dito contro l’Islam radicale. All’Europarlamento si alza la voce di Silvia Sardone, esponente leghista a Strasburgo, che ha tuonato: “Ogni giorno le cronache si riempiono di storie strazianti, ma c’è una verità ancora più dolorosa: quando le vittime sono ragazze islamiche, picchiate, abusate o persino uccise, cala un vergognoso silenzio”. Sardone accusa gli avversari politici: “Perché la sinistra chiude gli occhi? Perché si ignorano le vite spezzate di giovani donne costrette alla violenza solo perché vogliono togliersi il velo, vivere liberamente, truccarsi o amare chi desiderano? È intollerabile”.

Per la parlamentare leghista c’è tanto da fare, anche o forse soprattutto in Europa, e c’è da prendere coscienza su una situazione che troppe volte tracima nella violenza, nella sopraffazione: “Queste ragazze gridano libertà, ma trovano solo indifferenza. La risposta della sinistra, delle femministe e perfino delle istituzioni Ue? Il silenzio, la censura. Io dico, vergogna”.

Sardone è una furia su quella che ritiene essere un’ipocrisia elettoralistica: “È ora di smettere di nascondere queste atrocità per non disturbare il comodo racconto di integrazione positiva. Non si può chiudere un occhio sul problema del patriarcato islamico solo per non scontentare certe comunità. Ripugnante che questo avvenga solo per motivi elettorali”. L’appello dell’europarlamentare leghista è chiaro: “Calpestare i diritti delle donne pur di raccogliere voti è un comportamento indegno, indecente. Siamo di fronte a un bivio cruciale: che Europa vogliamo costruire? Io non voglio un’Europa dove le donne siano sottomesse, dove la sharia trovi spazio, dove il velo islamico diventi il simbolo del nostro futuro. Voglio un’Europa libera, dove le donne possano vivere senza essere oppresse, senza essere ridotte a oggetti. Basta silenzi. Basta compromessi sulla pelle delle donne. È ora di alzare la voce e combattere per la loro libertà”.


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