Esteri

Arresto Netanyahu. Ue divisa e governo italiano disorientato

di Ernesto Ferrante -


“Fame come metodo di guerra”, “atti disumani verso persone bisognose di cure” e “aver diretto intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile di Gaza”, azioni che si configurano come “crimini di guerra e contro l’umanità”. Sono queste le ragioni espresse dalla Camera preliminare della Corte penale internazionale dell’Aia che hanno spinto i giudici a spiccare un mandato d’arresto internazionale contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per l’operazione militare condotta nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023.

“Sussistono fondati motivi per ritenere che la mancanza di cibo, acqua, elettricità e carburante, nonché di specifiche forniture mediche, abbia creato condizioni di vita tali da provocare la distruzione di parte della popolazione civile di Gaza, con conseguente morte di civili, compresi bambini, a causa di malnutrizione e disidratazione”. Per questo, “la Camera ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che il crimine contro l’umanità di omicidio sia stato commesso in relazione a queste vittime”.

“La decisione della Cpi non ha nulla a che fare con l’antisemitismo e non è una decisione politica. Sono allarmato dall’estrema politicizzazione delle reazioni alla decisione della Corte”, ha detto l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, durante la conferenza della coalizione dei due Stati sul Medio Oriente a Cipro. “Voglio alzare la mia voce a sostegno della Corte penale internazionale e ricordare che le sue decisioni sono vincolanti per i paesi Ue”, ha ribadito lo spagnolo, indirizzando un forte richiamo a quanti, tra capi di governo e ministri, hanno fatto capire che si muoveranno in maniera diversa.

Caos nel governo italiano. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata costretta a indicare la linea dell’esecutivo nel tentativo di arginare l’impatto di una serie di prese di posizione contraddittorie dei suoi esponenti.

“Approfondirò in questi giorni, ha affermato Meloni, le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte penale internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica”. La presidenza italiana del G7 intende porre il tema all’ordine del giorno della ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi oggi e domani. La premier ha sottolineato che non ci può essere “una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”.

Una posizione, questa, condivisa ministro della Difesa, Guido Crosetto, e quello degli Esteri, Antonio Tajani. “Ritengo, ha dichiarato il primo, sia una sentenza sbagliata, che ha messo sullo stesso piano il presidente israeliano e il ministro della Difesa israeliano con il capo degli attentatori, quello che ha organizzato e guidato l’attentato vergognoso che ha massacrato donne, uomini, bambine e rapito persone a Israele, che è quello da cui è partita la guerra. Sono due cose completamente diverse”.

“Hamas, gli ha fatto eco il titolare della Farnesina, è un’organizzazione terroristica, bisogna separare bene le cose. Vedremo quali sono i contenuti della decisione e le motivazioni che hanno spinto a questa decisione la Corte. Noi sosteniamo la Corte, ricordando sempre che la Corte deve svolgere un ruolo giuridico e non un ruolo politico. Valuteremo insieme ai nostri alleati cosa fare e come interpretare questa decisione”.

Rimane da sciogliere il nodo dell’obbligo di arresto nei confronti di Netanyahu qualora dovesse giungere in un Paese, come l’Italia, chiamato a rispettare gli obblighi internazionali legati alle decisioni della Cpi.

“Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri”. Matteo Salvini, a caldo, ha preso una posizione netta sulla questione. Successivamente, ha moderato i toni: “Conto che si trovi una soluzione perché certamente non è Netanyahu il criminale di guerra. Sono i terroristi islamici il problema per l’Italia e il mondo”.


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